Mps, la Procura accelera sull’inchiesta ABB: focus su possibili accordi tra investitori prima dell’Ops su Mediobanca

L’indagine, nata da una denuncia presentata da Mediobanca, si concentra sul collocamento Mps da €1,1 mld gestito da Banca Akros e sottoscritto da Delfin, Caltagirone, Banco Bpm e Anima con un premio del 5%

La Procura di Milano accelera sull’inchiesta legata al collocamento del 15% di Mps effettuato lo scorso novembre tramite una procedura di accelerated bookbuilding (ABB). L'obiettivo è chiudere le indagini prima della conclusione dell’offerta pubblica di scambio (Ops) lanciata da Mps su Mediobanca, attualmente prevista per l’8 settembre, salvo eventuali proroghe. Una mossa volta a garantire massima trasparenza nei confronti del mercato e a non influenzare gli esiti dell’operazione.

L’indagine, originata da una denuncia per diffamazione presentata da Mediobanca, si è successivamente ampliata per approfondire le modalità con cui è stato condotto il collocamento da 1,1 miliardi di euro curato da Banca Akros per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef). Tra i principali sottoscrittori figurano Delfin (la holding della famiglia Del Vecchio), il gruppo Caltagirone, Banco Bpm e Anima, che hanno aderito all’operazione beneficiando di un premio del 5%.

Il lavoro dei magistrati

Sotto la guida dei pm Giovanni Polizzi, Luca Gaglio, dell’aggiunto Roberto Pellicano e del procuratore Marcello Viola, sono stati ascoltati numerosi testimoni, tra cui Andrea Orcel, CEO di Unicredit, e Stefano Vincenzi, general counsel di Mediobanca.

Nel frattempo, la Guardia di Finanza ha acquisito documentazione presso la sede di Banca Akros, ora al vaglio degli inquirenti. Al centro dell’inchiesta vi è l’ipotesi di un possibile accordo tra soggetti coinvolti nel cosiddetto risiko bancario. Alcuni nomi risultano formalmente indagati, anche se il quadro resta in evoluzione e potrà cambiare con il proseguire delle indagini.