Assemblea Generali, Philippe Donnet ha già in tasca il 4° mandato: oltre il 50% dei voti per la “lista del CdA” di Mediobanca; gli "scenari di voto" del GdI

Dal 2016, con Philippe Donnet al timone, Generali ha intrapreso un percorso di trasformazione e crescita che ha portato il Gruppo a risultati senza precedenti: i premi lordi sono passati da circa 70 a € 95,2 miliardi nel 2024, il risultato operativo è passato dai 4,8 miliardi del 2016 ai 7,3 miliardi di euro nel 2024, al massimo storico e superando le attese del mercato, portando ad un dividendo record di € 1,43 per azione

Domani, 24 aprile 2025 a Trieste a palazzo Berlan si terrà l’Assemblea di Assicurazioni Generali come anticipato da il Giornale d’Italia a Dicembre 2024, "svelando" anche il ritorno "in presenza" dopo 5 anni dal periodo del Covid.

Dalle simulazioni sui possibili scenari di voto effettuate da Il Giornale d'Italia, Philippe Donnet ha già in tasca il rinnovo per il 4° mandato ed Andrea Sironi per il 2°: salvo “ribaltoni” dell’ultimo minuto, in particolare di possibili acquisti o prestiti “sottotraccia” di pacchetti di azioni inferiori al 2% e non comunicati, o lo schieramento di Unicredit con Caltagirone per aprire un tavolo con il Governo per superare i paletti del Golden Power. dai dati elaborati da questa Testata, oltre il 50% dei voti andrà alla “lista del CdA” di Mediobanca, ovvero oltre il 35% dei voti su un’affluenza prevista al 70%-72%.

Il rinnovo del duo Donnet e Sironi era già stato anticipato in esclusiva da il Giornale d’Italia a novembre 2024, anticipando le mosse di Mediobanca e di Caltagirone, con la presentazione di una lista di minoranza:

Generali, il CEO Philippe Donnet verso il 4° mandato, Benetton, Caltagirone e Delfin verso lista di minoranza, Mediobanca per la continuità - ESCLUSIVA

https://www.ilgiornaleditalia.it/news/economia/664757/generali-ceo-philippe-donnet-mandato-ad-mediobanca-esclusiva.html 

Il Giornale d’Italia ha effettuato 3 simulazioni sulla base delle possibili opzioni di voto, ovvero “best” (per Mediobanca), “middle” (con astensioni) e “worst”, dove i punti fermi sono, ovviamente, che Mediobanca da un lato e Caltagirone e Delfin dall’altro voteranno per le reciproche liste, mentre i fondi per almeno i 2/3% per Piazzetta Cuccia.

I voti di Unicredit, Benetton e CRT, orientati alla "stabilità della Compagnia e della sua governance"

La determinante sarà il voto di Unicredit, ma anche con l’astensione o addirittura la votazione per Assogestioni o per la lista di Caltagironeil risultato non cambierà. Difficile in ogni caso ipotizzare una destabilizzazione di Generali da parte di Unicredit, che accarezza l’idea di rafforzare le sinergie con il Leone di Trieste, in quanto la votazione per Assogestioni comporterebbe l'assegnazione di un posto in CdA, con il rischio che se la lista di Caltagirone risultasse la più votata, otterrebbe 6 posti in Consiglio come Mediobanca, con il rischio di impasse

Altra opzione sul tavolo, seppur articolata, è che Orcel potrebbe optare per un "ribaltone", votando per la lista di Caltagirone al fine di aprire un tavolo con loro e con il Governo al fine di ottenere il via libera all'Ops su BancoBpm e alla permanenza in Russia.

Benetton nell’Assemblea di Generali di Aprile 2022 votò per la lista Caltagirone – Delfin, come anticpato da questa Testata in esclusiva, formando il nucleo dei 3 Cavalieri:

Generali e i tre Cavalieri: Benetton, Caltagirone e Del Vecchio, insieme per la lista alternativa a quella del CdA - ESCLUSIVA

https://www.ilgiornaleditalia.it/news/economia/360270/generali-tre-cavalieri-benetton-caltagirone-del-vecchio-insieme-lista-alternativa-cda.html

Nell’assemblea di Mediobanca di Ottobre 2023, dove si registrò un’affluenza record con Il 76,81% del capitale invece, Benetton spaccò l’asse con Del Vecchio e Caltagirone, schierandosi con Piazzetta Cuccia con il suo 2,2%, ed in questa Assemblea è possibile una posizione in continuità o al massimo un’astensione.

Benetton potrebbe optare per un'astensione, "compensando" l'eventuale "ribaltone" di Unicredit, con la conseguenza che Donnet risulterebbe comunque “vincitore”:

Relativamente alla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino - CRT, detentrice dell’1,92% del Leone e del 2,36% di Unicredit, che nel 2022 si schierò con la lista Caltagirone – Delfin, decisione considerata come una scelta strategica sbagliata e che causò il terremoto al vertice (allora presidiato da Giovanni Quaglia, con Massimo Lapucci segretario generale), le opzioni sul tavolo della neo Presidente Anna Maria Poggi potrebbero essere quelle di seguire Unicredit votando pro Mediobanca, o in alternativa astensione o lista Assogestioni. In ogni caso, non con la lista contrapposta a quella “del CdA”.

Orbene, le simulazioni, con un’affluenza stimata analoga al 2022, ovvero del 70,22%, evidenziano i seguenti scenari:

1. “Best case” per Mediobanca: poco oltre il 50% (> il 70% dei voti dell’Assemblea): Fondi Compatti con il 90% a favore, Unicredit, Benetton e CRT per Piazzetta Cuccia;

2. “Middle”, con astensioni: circa il 32-33 % (il 44-47% dei voti dell’Assemblea), con 10-13 punti di vantaggio sulla lista Caltagirone – Delfin: Unicredit e Benetton astenuti, CRT astenuta o pro Assogestioni e i fondi per 2/3 con Piazzetta Cuccia e resto astenuti;

3. “Worst”: circa il 32-33 % (il 44-47% dei voti dell’Assemblea), con 2-4 di punti di vantaggio sulla lista Caltagirone – Delfin): Unicredit astenuta e Benetton con Caltagirone, CRT astenuta o pro Assogestioni e i fondi per 2/3 con Piazzetta Cuccia e resto con Caltagirone.

La lista Assogestioni difficilmente dovrebbe superare la soglia del 5%, analogamente a quanto avvenne nel 2022, dove raccolse l’1,9% dei voti. Ma in ogni caso, se anche dovesse raccogliere oltre il 5% dei voti, la lista Mediobanca risulterebbe comunque la più votata, ottenendo la maggioranza dei voti. Nella simulazione effettuata l'ipotesi massima è di raggiungere poco meno del 4%.

Si ripeterebbe quindi la situazione di Aprile 2022, dove in Assemblea ci fu lo scontro sempre tra Mediobanca e Caltagirone – Delfin, con Piazzetta Cuccia “vincitrice” in quanto raccolse il 57,7% dei voti presenti, pari al 40,4% del capitale (grazie anche al prestito titoli e al peso degli investitori istituzionali) rispetto ad un’affluenza record del 70,6% del capitale (contro il precedente 50,5%) e che portò alla riconferma dell’attuale amministratore delegato Philippe Donnet per il 3° mandato e alla nomina del nuovo presidente, l’economista Andrea Sironi, in sostituzione dell’uscente Gabriele Galateri di Genola.

In quella sede, il gruppo Caltagirone presentò una “lista lunga” di 13 membri, con indicazione del manager interno di Generali Luciano Cirinà come Ceo (ex responsabile di Austria e Central East Europe) e del banchiere ex Goldman Sachs Claudio Costamagna come Presidente.

L’unica lista di minoranza fu quella di Assogestioni , che presentò i nomi di Roberto Perotti, Alice Bordini, Giuseppe Guizzi e Mariarosaria Taddeo.

Differentemente da oggi, nel 2022 Mediobanca ottenne un prestito titoli con Bnp Paribas che gli portò in dote il 4,42% di Generali che, sommato al suo 13,1%, le consentì di raggiungere il 17,5% in termini di diritti di voto.

Inoltre, in tale occasione, gli investitori istituzionali (asset manager, fondi pensione, casse di previdenza, assicurazioni, fondi sovrani, etc) con circa il 30% del capitale di Generalivotarono compatti per la lista del CdA, spinti anche dal parere positivo dei due principali proxy advisor al mondo, Glass Lewis e ISS.

In tale occasione, i due avisor si espressero, rispettivamente, affermando l’importanza di “sostenere fermamente la lista di Generali per assicurare che i candidati di Caltagirone non costituiscano la maggioranza del consiglio di amministrazione in questo momento” in una situazione in cui “i risultati del management sono in linea con i concorrenti e il piano strategico è ‘ragionevole’, in quanto in linea con i precedenti, mentre quello di Cirinà risulta più ambizioso, ma difficile da realizzare e più rischioso”.

I fondi esteri BlackrockVanguardFidelity, Nordea e altri votarono per la lista del CdA, seguiti anche da molti fondi italiani come Eurizon (gruppo Intesa), Anima e Banco Poste.

Si schierarono con Donnet anche AllianzAmundi, Axa e Bpn Paribas, competitor di Generali, ma rispettosi di un patto non scritto fra assicuratori di non votare l’uno contro l’altro in occasione dei rinnovi dei vertici nelle rispettive assemblee.

Anche in questa occasione i Proxy Advisor Iss e Glass Lewis con la lista del CdA / Mediobanca

In vista dell’assemblea di domani 24 aprile per il rinnovo della governance di Generali, i proxy advisor ISS e Glass Lewis hanno anche in questa occasione raccomandato agli investitori istituzionali di votare la lista di Mediobanca, che propone la riconferma di Andrea Sironi alla presidenza e di Philippe Donnet come CEO. Entrambi i proxy sottolineano la "solidità dei risultati raggiunti" e l’"importanza di garantire stabilità" al consiglio in un contesto incerto.

"Negli ultimi anni la società ha registrato performance positive, accompagnate da solidi rendimenti per gli azionisti", hanno affermato da Glass Lewis, riconoscendo "che alcuni azionisti potrebbero voler esprimere il loro sostegno alla lista di candidati presentata da Assogestioni", ma in tale contesto, trarrebbero "maggiore beneficio dall’utilizzo del loro voto per garantire la continuità del consiglio di amministrazione".

Le reti degli Agenti con Donnet

Anagina, associazione degli agenti-imprenditori Generali, conferma il proprio sostegno all’attuale management. Attraverso un patto di sindacato in fase di definizione, il loro peso azionario potrebbe salire dallo 0,075% allo 0,15%, rafforzando ulteriormente l’appoggio alla leadership in carica. "In questi giorni sono iniziate le discussioni per il patto, che dovrebbe essere concluso entro uno o due mesi al massimo, quindi dopo l’assemblea del 24, alla quale parteciperò come rappresentante del solo fondo previdenziale. Le nostre agenzie-imprese, che gestiscono circa il 40% del portafoglio totale di Generali in Italia, ritengono di aver contribuito in modo significativo ai risultati di crescita ottenuti negli ultimi anni dall’attuale management, che continueremo a supportare", aggiungendo però di essere "aperti al dialogo con chiunque dovesse prendere in mano la compagnia", afferma il presidente di Anagina, Davide Nicolao. Con loro anche la rete agenti Ga-gi.

Il possibile rinvio del tentativo di “ribaltone” a conclusione con eventuale esito positivo dell’ops di Mps su Mediobanca

Laddove l’OPS lanciata su Mediobanca da parte di MPS grazie ai nuovi "azionisti forti", sempre Delfin e Caltagirone, dovesse andare in porto, il nuovo gruppo “Piazzetta Mps” si ritroverebbe a controllare il 27,1% dei diritti di voto (Delfin al 15,7%), Caltagirone al 6,6% e Tesoro al 4,8%), esercitando così un’influenza determinante anche su Generali, detenendo complessivamente il 29,95% del capitale.

Ops su Mediobanca, in caso di successo, "Piazzetta Mps" sarà controllata al 27,1% da Delfin (15,7%), Caltagirone (6,6%), Tesoro (4,8%) e avrà il 29,95% di Generali

https://www.ilgiornaleditalia.it/gallery/economia/677915/ops-su-mediobanca-piazzetta-mps-sara-controllato-al-27-1-da-delfin-15-7-caltagirone-6-6-tesoro-4-8-e-avra-il-29-95-di-generali.html

Secondo il piano industriale di MPS, "l'integrazione con Mediobanca potrebbe generare sinergie operative stimate in 700 milioni di euro annui, oltre a un'accelerazione nell’utilizzo delle DTA (Deferred Tax Assets) di Mps, per un beneficio fiscale annuo stimato in 500 milioni di euro". L’operazione gode del sostegno esplicito del Tesoro, che la considera "parte integrante di una strategia volta al rafforzamento del sistema bancario nazionale".

Potrebbe a questo punto essere convocata un’assemblea straordinaria di Generali per modificare l’attuale composizione del Consiglio di Amministrazione. Ricordiamo che, tra i consiglieri designati nella lista Mediobanca, figurano nomi di peso come Flavio Cattaneo, riconfermato, e Fabrizio Palermo, in ingresso come new entry, come anticipato da questa testata.

Ma l'eventuale nuovo azionista forte potrebbe optare per evitare di destabilizzare il Leone di Trieste, che da 12 anni macina profitti.

I risultati finanziari di Generali dall'insediamento di Philippe Donnet

Dal 2016 infatti, con Philippe Donnet al timone, Generali ha intrapreso un percorso di trasformazione e crescita che ha portato il Gruppo a risultati senza precedenti. In questi anni, i premi lordi sono passati da circa 70 miliardi a 95,2 miliardi di euro nel 2024, con un incremento del 14,9% solo nell’ultimo anno, sostenuto dalla forte performance dei rami Vita e Danni.

Il risultato operativo ha seguito un trend altrettanto positivo: dai 4,8 miliardi del 2016 ha raggiunto i 7,3 miliardi di euro nel 2024, segnando un nuovo massimo storico e superando le attese del mercato. Anche l’utile netto ha registrato una crescita significativa: nel 2024 l’utile normalizzato ha toccato i 3,77 miliardi di euro, il livello più alto mai raggiunto da Generali, con un aumento del 5,4% rispetto all’anno precedente.

Generali ha premiato i suoi azionisti con una proposta di dividendo record di 1,43 euro per azione, in crescita dell’11,7% rispetto al 2023 e del 60% rispetto al 2016, per un’erogazione complessiva massima di oltre 2,17 miliardi di euro.

Questi risultati straordinari sono il frutto di una strategia ben definita, che ha trovato piena espressione nel piano “Lifetime Partner 24: Driving Growth”. Il piano, lanciato nel 2021, ha puntato su crescita profittevole, innovazione tecnologica e centralità del cliente, superando tutti gli obiettivi fissati. A questi risultati si aggiunge il successo del piano “Generali 2021”, che aveva già gettato le basi per la crescita attuale, e una serie di acquisizioni strategiche che hanno rafforzato la presenza internazionale del Gruppo. Il monte dividendi nei tre piani industriali di Donnet è arrivato a €13,7 miliardi