Ops di Mps su Mediobanca, un ex CEO: "Farei guidare il neo gruppo da Piazzetta Cuccia, con Bai a capo della banca commerciale/retail; offerta da arricchire"

La dichiarazione di un secondo ex CEO di un primario istituto bancario a Il Giornale d'Italia riguardo l'Ops di Mps su Mediobanca: "La chiave per il successo è separare Widiba da Mps e integrarla in Mediobanca Premiere, con Gian Luca Sichel alla guida; la rete di sportelli di Mps guidata da Maurizio Bai e l'Investment banking affidato a Giuseppe Baldelli"

Riguardo l'Ops di Mps su Mediobanca, Il Giornale d'Italia ha realizzato alcune interviste ad Amministratori delegati ed ex Ceo del settore bancario: di seguito è riportata la seconda, un ex CEO di un importante istituto italiano, che per riservatezza chiede di restare anonimo e che ha espresso un parere "bilanciato" sull'operazione.

Secondo lei, qual è lo scenario più probabile sull’asse UniCredit–Banco BPM, alla luce degli ultimi sviluppi che coinvolgono anche Mps e Mediobanca? 

"Va considerato che, per Banco BPM, una possibile alternativa per evitare l’acquisizione da parte di UniCredit sarebbe stata quella di muoversi prima, magari lanciando un’Opa su Mps. Ma ora che Mps è finita al centro della partita con Mediobanca, questa opzione si complica notevolmente. In questo senso, la situazione attuale sembra favorire chiaramente UniCredit, con l'acquisizione di BancoBpm a portata di mano."

Come vede l’Ops lanciata da Mps su Mediobanca? Che chance ha di andare in porto?

"Difficile dirlo con certezza. È un’operazione complessa, che per molti versi viene percepita come ostile. Mps parte da una posizione di minoranza, con circa il 30% delle azioni, e l’obiettivo è arrivare al 51%: non è affatto un passaggio semplice né scontato. Ci sono molte variabili in gioco, quindi non resta che aspettare e vedere come si evolverà la situazione."

Come potrebbe essere organizzato il nuovo gruppo?

"È chiaro che in un’operazione del genere ognuno abbia la sua visione: Luigi Lovaglio probabilmente ha in mente un'organizzazione assai diversa da quella che potrebbe avere Alberto Nagel. Non ho avuto modo di confrontarmi direttamente con loro, ma conoscendo le dinamiche e le posizioni in gioco, è facile immaginare che i loro punti di vista siano non solo diversi, ma quasi opposti."

Se fosse lei a dover valutare questa operazione dal punto di vista strategico, la considererebbe fattibile? E, in caso positivo, come la imposterebbe?

"Mediobanca, di fatto, è composta per metà dalla sua partecipazione in Generali e per l’altra metà da tre pilastri: Consumer credit, Wealth management e Investment banking. Tra questi, l’area meno integrabile nel sistema è probabilmente l’Investment banking, ed il team del Wealth management è di altissimo livello. In un’ottica di integrazione, vedrei bene l’inserimento delle competenze di Mps all’interno di Mediobanca, soprattutto in alcune aree complementari. Il Consumer credit, poi, è un settore che sta andando fortissimo. Se dovessi scegliere io, lascerei che fossero le persone di Mediobanca a guidare il nuovo assetto."

Quindi sarebbe favorevole a una sorta di “fusione inversa”, con Mediobanca a guidare anche le aree retail/commerciali del nuovo gruppo?

"Mediobanca non ha una vera e propria divisione retail, ma è molto forte nel Consumer credit grazie a Compass. Mps, invece, ha una rete retail consolidata, e distribuisce già i prodotti di Compass. In questo senso, vedrei Mediobanca guidare l’area del Consumer credit, mentre la parte retail e commerciale, quella più tradizionale di distribuzione, rimarrebbe sotto l’influenza di Mps, che già oggi gestisce questa rete. Quindi, Mediobanca si occuperebbe della gestione dei prodotti finanziari, ma la rete di distribuzione retail continuerebbe a essere gestita da Mps."

Quindi per avere successo in questa operazione, chi potrebbe guidare cosa?

"Secondo me, la chiave per il successo dell'operazione sarebbe separare Widiba da Mps e integrarla all’interno di Mediobanca Premiere, affidando la gestione a Gian Luca Sichel, che è davvero un professionista di alto livello, capo di Mediobanca Premiere e di Compass. La rete di sportelli di Mps potrebbe continuare a essere guidata da Maurizio Bai, che è molto capace, mentre la rete di Mediobanca Premiere dovrebbe essere sotto la guida di Sichel. Per quanto riguarda l'Investment banking, affiderei la guida a Giuseppe Baldelli, che considero un ottimo professionista. In questo modo, si metterebbero le persone giuste nei ruoli giusti, e l’operazione potrebbe davvero avere successo".

A quel punto, chi dovrebbe essere scelto come amministratore delegato del Gruppo?

"Secondo me sarebbe complicata la convivenza tra Alberto Nagel e Luigi Lovaglio (a meno di una governance assai sofisticata) e bisognerebbe trovare una quadra anche considerando che il profilo richiesto è molto delicato e dipende da diversi fattori, come la visione strategica e la capacità di gestione di un gruppo più grande, diversificato e distrbuito su un ampio territorio, in un contesto così complesso".

Riguardo invece alla possibilità di adottare inizialmente un modello di gestione duale, come quello scelto inizialmente da Intesa a seguito dell'integrazione con Sanpaolo, potrebbe essere una soluzione?

"Direi di no. Penso che quel modello non sia adatto alla situazione attuale. Una gestione duale potrebbe complicare troppo i processi decisionali, rallentando l'efficienza necessaria in un momento cruciale come questo. È meglio concentrarsi su un approccio più diretto e snello".

Secondo lei, come si schiererebbero BlackRock e Mediolanum in questa situazione? Quale sarebbe il loro voto?

"Non lo so. Non sono in grado di prevedere come si comporterebbero, dipende da molte variabili".

Mediolanum ha una relazione da tempo con Mediobanca e relativo patto di sindacato e in passato hanno ipotizzato un'operazione tra le due aziende...

"Beh, se avevano intenzione di gestire loro l'operazione, in effetti, hanno ancora la possibilità di farlo. Non è detto che la situazione sia chiusa per loro."

Secondo lei, l'operazione andrà in porto?

"Se partono dalla situazione attuale, direi di no. Però, se Mps ha in serbo qualcos'altro, allora potrebbe anche succedere".

E riguardo all'impatto su Generali, quale potrebbe essere se l'operazione andasse a buon fine?

"Non lo so, dobbiamo aspettare e vedere come si sviluppano gli eventi".

Ops Mps-Mediobanca, parla un top banker: "Operazione sbagliata"

In un'altra intervista rilasciata in forma anonima a Il Giornale d'Italia, l’amministratore delegato di una grande banca italiana esprime forti perplessità sull’operazione pubblica di scambio lanciata da Mps su Mediobanca, ritenendola profondamente sbagliata e priva di basi solide. Secondo lui, le due realtà bancarie hanno identità troppo distanti: Mediobanca è fortemente orientata all’investment banking con una cultura ibrida, mentre Mps è una banca retail appena risanata grazie al rialzo dei tassi di interesse. Parlare di sinergie, afferma, è un errore grossolano che denota scarsa comprensione del settore.

L’obiettivo reale dell’operazione, secondo il manager, sarebbe il controllo della quota di Generali. Tuttavia, si chiede cosa rimarrebbe delle due banche dopo un’eventuale fusione, paventando una "distruzione di valore totale". Sulle sorti di Generali si dice meno preoccupato, ma sottolinea come la combinazione delle due banche risulti complessa anche per le profonde differenze nelle politiche di remunerazione e nella cultura aziendale.

Alla domanda se l’Ops andrà a buon fine, risponde che secondo il buon senso no, anche se tutto dipenderà dagli azionisti. In particolare, ritiene che un fondo istituzionale non la sosterrebbe. Infine, alla guida della nuova entità combinata, non vede né l’attuale management di Mps né l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, come figure adatte.

L'Ops di Mps su Mediobanca

Mps ha lanciato il 24 gennaio un'OPS totalitaria su Mediobanca, offrendo 15,992 euro per azione con un concambio di 2.300 titoli Mps per ogni azione Mediobanca, per un valore totale di 13,3 miliardi di euro. L'assemblea è convocata per il 15 aprile 2025 per approvare l'aumento di capitale necessario. L'operazione, sostenuta da Jp Morgan e Ubs, punta a creare un polo bancario sovranista e rafforzare il controllo su Generali. Secondo le valutazioni di Mps l'acquisizione genererebbe sinergie per 700 milioni annui e permetterebbe l'uso accelerato di 2,9 miliardi di Dta. La mossa potrebbe riorganizzare il risiko bancario italiano, influenzando anche Unicredit e Banco Bpm.

Il CdA di Mediobanca boccia l'Ops

Il CdA di Mediobanca ha respinto l’Ops di Mps, definendola ostile, priva di razionale industriale e finanziario, e dannosa per la banca. L’offerta, sostenuta dal governo e da azionisti come Delfin e Caltagirone, mirava a creare un campione bancario nazionale, ma è stata ritenuta distruttiva di valore.