Draghi verso la Banca Mondiale: la vita da “pensionato istituzionale” è durata 7 mesi, poi l’ex premier non ha resistito al richiamo del potere

A fine ottobre Draghi si era ritirato con la moglie a Città della Pieve, ma ora è tornato prepotentemente sulla scena politica e monetaria. Per osservare i cantieri c’è sempre tempo


Francamente era difficile immaginare Mario Draghi mentre osservava i cantieri e dava consigli non richiesti agli operai. E infatti la vita da pensionato istituzionale dell’ex premier, ex presidente della Bce ed ex di un sacco di altre cose che hanno a che fare col potere è durata appena 7 mesi, da novembre a maggio. Poi il richiamo della politica, delle istituzioni e delle banche (quella mondiale in particolare) è stato troppo forte. Così, Draghi, 75 anni, ha lasciato il buon retiro di Città della Pieve, in Umbria, per tornare prepotentemente sulle scena politica con dichiarazioni moderate tipo “l’Ucraina dovrà vincere la guerra o per l’Europa sarà la fine”. Una rivelazione choc: nessuno, sinora, sapeva che la Russia era in guerra con l’Europa.

Le faccende domestiche e quella foto con Angela Merkel

Durante il periodo di riposo, Draghi si sarà dovuto occupare delle faccende domestiche sotto l’occhio attento della moglie Maria Serenella Cappello. Le solite cose: avrà passato l’aspirapolvere, fatto il bucato, steso i panni, aggiustato il rubinetto della cucina, riordinato la cantina, annaffiato le piante, lavato i piatti, guardato qualche serie su Netflix. Insomma: una noia mortale. L’ex premier avrà passato in rassegna le fotografie esposte nel salotto, dando un bacio e stringendo al petto lo scatto che lo ritraeva sorridente con Angela Merkel. Ah, la nostalgia. Ricordi e reminiscenze interrotte dalla voce della moglie: “Muoviti, devi pulire il bagno!”. Ma a 75 anni la schiena inizia a fare male. E poi i guanti di gomma lasciano le mani sudaticce.

Meglio l’aria condizionata degli auditurium piuttosto che “Studio Aperto”

Non era la vita di Draghi, quella. Lo si era capito lo scorso ottobre, quando, due giorni dopo aver raggiunto Città della Pieve, l’ex capo della Bce era tornato di corsa a Roma per pranzare con Sergio Mattarella mentre Giorgia Meloni pronunciava il primo discorso alla Camera da presidente del Consiglio (con l’agenda Draghi sotto al braccio). Due giorni. Tanto aveva resistito prima di tornare a frequentare i palazzi che contano. Non ce la faceva più, Draghi, nell’orto della casa di Città della Pieve, a coltivare pomodori e insalata, braccia rubate dall’alta finanza. E ora è tornato. Prima ha stilato un calendario di conferenze internazionali (manco fosse Matteo Renzi) per puntare alla presidenza della Banca mondiale. Poi, da Boston, ha lanciato l’anatema all’Europa: “Se la Russia vincerà in Ucraina, sarà la fine”. Ora sta bene, Draghi. È di nuovo a suo agio, con la cravatta stretta al collo e una schiera di giornalisti pronti a riportare ogni suo respiro. In fondo che cosa sono 75 anni? Per la pensione e i cantieri c’è sempre tempo. In estate è meglio l’aria condizionata degli auditorium piuttosto che restare a casa ad ascoltare i consigli agli anziani di “Studio Aperto”.