Superbonus, stop cessione del credito e sconto in fattura. Tajani: "Responsabilità del Governo Conte"
Già operativo il blocco alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Cgil: "A rischio 100mila posti di lavoro nell'edilizia". E i sindacati minacciano di scendere in piazza
Il Superbonus è già attivo: cessione del credito e sconto in fattura bloccati da oggi. Il disegno legge di tre articoli, presentato giovedì 16 febbraio, è entrato in Gazzetta e getta nel panico il mondo delle imprese e dei sindacati, che si dicono pronti alla protesta.
Superbonus, stop cessione del credito e sconto in fattura da oggi
Ai detrattori, moltissimi in queste ore, risponde il viceministro all'Economia Maurizio Leo: "Si doveva intervenire per arginare una situazione abnorme con 110 miliardi per il Superbonus che gravavano sulle casse dello Stato". Anche il Ministro degli Esteri Antonio Tajani sta sulla difensiva, ma non rinuncia a smascherare i presunti colpevoli dietro le drastiche misure adottate: "La responsabilità di quello che è accaduto - spiega - è del governo Conte, del governo dei 5 stelle, siamo stati costretti".
Durissima, invece, è la reazione di Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea (il sindacato delle costruzioni della Cgil): "Questo è un attacco del governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà. Se non tornerà sui propri passi e aprirà un tavolo di confronto, metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni". Parole, queste, in aperta polemica con le dichiarazioni di ieri del premier Giorgia Meloni, postate sul suo profilo Twitter: "Sempre dalla parte delle imprese e dei cittadini onesti che si danno da fare per far crescere e migliorare l'Italia".
Superbonus, la difesa di Tajani: "Responsabilità del Governo Conte. Siamo stati costretti"
"Ora con questa scelta il Governo rischia di innestare una vera bomba sociale". Non è meno catastrofico il segretario generale della Filca-Cisl, Enzo Pelle, riferendosi alle conseguenze del decreto fresco d'approvazione: "Rischiamo di disperdere un patrimonio di professionalità che è fondamentale per il cambiamento del Paese - ammonisce in una nota - e che è indispensabile per realizzare quanto previsto dallo stesso Pnrr".
Evoca "impatti potenzialmente devastanti" anche il presidente di Confapi Aniem (Confederazione italiana della piccola e media industria privata) Rocco Di Giuseppe, che teme per le zone ancora in fase di recupero dopo i disastri provocati dal sisma degli scorsi anni: "Le conseguenze saranno negative anche per la rigenerazione delle aree interessate dal terremoto - rende pubblico in una nota - La maggior parte degli interventi sull'edilizia privata, infatti, riguarda abitazioni che beneficiano del contributo di ricostruzione, coperto dal finanziamento dei proprietari per la parte eccedente, i cosiddetti 'accolli'.
Abi (Associazione bancaria italiana) e Ance (Associazione nazionale costruttori edili) si mostrano invece più comprensive, sostenendo che il decreto entrato in Gazzetta "fornisce un chiarimento e un utile contributo per la maggiore certezza giuridica delle cessioni dei crediti e contribuisce a riattivare le compravendite di tali crediti di imposta". L'auspicio, tuttavia, è che si ricorra il prima possibile a provvedimenti salvagente che permettano "alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche".