Reddito cittadinanza, per i 'furbetti' arriva il sequestro del conto corrente

Gli esperti spiegano la sentenza della Cassazione: "Quello che è stato preso illecitamente dalle casse dello Stato sarà sequestrato dal conto in banca dei furbetti"

Alla luce dei recenti avvenimenti che hanno scaturito ancora ombre e polemiche sul reddito di cittadinanza e delle nuove regole presenti nella Manovra 2022, ecco che arriva la sentenza della Cassazione che rende legittimo il sequestro del conto corrente per i cosiddetti 'furbetti', ovvero per coloro che usufruiscono del sussidio statale senza averne diritto. Si tratta di soggetti, italiani e non, che purtroppo sembrano aumentare giorno dopo giorno.

Furbetti e reddito di cittadinanza: cosa dice la Cassazione

A spiegare l'ultima decisione della Cassazione sul Rdc sono giuristi ed esperti di Laleggepertutti.it. I giudici della Corte - si legge sul sito di informazione legale - "si sono occupati del caso di una donna che aveva presentato ricorso contro il sequestro del suo conto corrente disposto perché aveva percepito il Reddito di cittadinanza pur avendo un reddito da lavoro dipendente. Dal canto suo, la Cassazione non solo ha respinto il ricorso della donna ma ha anche ribadito che devono essere confiscate le somme a credito erogate dall’Inps ed incassate indebitamente".

"Inoltre - si legge ancora -,è stato escluso che la donna non fosse al corrente dell’obbligo di dichiarare la variazione del suo reddito: in pratica, se prima prendeva il sussidio legittimamente perché in possesso dei requisiti, nel momento in cui ha iniziato a incassare anche un reddito da lavoro dipendente che prima non c’era avrebbe dovuto comunicarlo all’Inps, in modo che l’Istituto valutasse se la donna aveva ancora diritto o meno al reddito di cittadinanza", proseguono gli esperti di Laleggepertutti.it.

"Qualora il profitto derivante dal reato sia costituito da denaro - spiega la Cassazione - la confisca viene eseguita, in ragione della natura del bene, mediante l’ablazione del denaro comunque rinvenuto nel patrimonio del soggetto fino alla concorrenza del valore del profitto medesimo e deve essere qualificato come confisca diretta e non per equivalente". Insomma - scrive dunque il sito - "quello che è stato preso illecitamente viene sequestrato sul conto in banca".