POMPEO E CESARE / II GUERRA CIVILE - Storia de Roma Antica Cap. XXIII - Giulio Cesare vuole il potere: il dado è tratto.
La “Storia de Roma Antica” scritta in sonetti in dialetto romanesco (con approfondimenti storici curati dall'Autore).
Giulio Cesare è consapevole della sua forza e decide di prendersi il potere: il dado è tratto.
Capitolo XXIII
POMPEO E CESARE / II GUERA CIVILE
La repubbrica stava a la frutta.
Ne l’aria se sentiva un odore
novo: profumo de imperatore...
Giujo Cesare scoprì la combutta
fatta da Pompeo e dar zenato¹:
“Da ‘n amico, triumviro co’ Crasso,
num me l’aspettavo propio… Mó passo
er Rubbicone, pjo ‘r conzolato
e poi lo sfonno: er dado è tratto!”
Pompeo scappò da Roma, fu sconfitto
a Farzalo, m’ariescì quatto quatto
a squajassela fino in Eggitto.
Fu tradito: la testa sua su ‘m piatto
annunciò a Cesare er delitto².
NOTE:
¹ La combutta di Pompeo, che corruppe il senato per farsi eleggere console nell’anno 55, mentre Cesare non era a Roma.
² Come regalo di benvenuto in Egitto, Cesare ricevette la testa di Pompeo ed il suo anello su un piatto.
PARAFRASI – POMPEO E CESARE / II GUERRA CIVILE
Il periodo repubblicano stava terminando. Nell’aria si sentiva un nuovo odore: profumo di imperatore... Cesare scoprì la cospirazione di Pompeo e del senato: “Da un amico, triumviro con Crasso, non me lo aspettavo proprio... Adesso attraverso il Rubicone e mi prendo il consolato, e poi lo distruggo: il dado è tratto!” Pompeo fuggì da Roma, fu sconfitto a Farsalo, ma riuscì a rifugiarsi in Egitto. Lì fu tradito e la sua testa sopra un piatto annunciò a Cesare l’assassinio.