Ex Ilva, gli operai rientrano nello stabilimento ma restano in presidio, fino a domani continuano i blocchi
Attesa per l'incontro tra le istituzioni locali e il ministro Urso. Si cerca una soluzione che possa permettere alla fabbrica di continuare a lavorare
Non ci sono stati scontri, ma gli operai dell'ex Ilva e la polizia ci sono andati molto vicini a Genova con lanci di oggetti da una parte e lacrimogeni dall’altra. Un operaio è rimasto ferito alla testa. Il corteo è terminato nel pomeriggio con le tute blu che sono rientrate nello stabilimento, dove continueranno la protesta con una sorta di presidio. Mentre i comitati di quartiere hanno deciso di non dare vita alla loro manifestazione contro i blocchi dei lavoratori: "Non vogliamo la violenza", hanno detto gli organizzatori.
Alle 11 il momento più difficile quando il corteo, nel giorno dello sciopero generale dei metalmeccanici, è arrivato davanti alla prefettura, dove le forze dell’ordine avevano attuato un dispositivo di sicurezza massiccio con camionette, alari e transenne: una situazione che in molti hanno paragonato ai tempi del G8 2001. La tensione ha raggiunto l'apice quando i metallurgici, prima usando i caschetti da lavoro, si sono scagliati contro lo sbarramento lanciando alcuni petardi e fumogeni, poi – mentre la polizia faceva partire i lacrimogeni – una sorta di muletto industriale, di solito utilizzato per spostare ralle di acciaio, ha sfondato parzialmente gli alari in acciaio. Mentre l’aria diventava irrespirabile è proseguito per un po’ il lancio di oggetti, copertoni, bombolette, petardi, caschetti e uova “Ci dovete arrestare tutti, noi vogliamo lavorare" una delle frasi scandite da chi protestava. Tanti gli slogan contro il governo e il ministro Adolfo Urso.
Mentre si attendeva che una delegazione sindacale venisse ricevuta in prefettura, la decisione di andare a occupare la stazione Brignole. “La stazione è occupata, i binari sono liberi. Andiamo avanti così finché non si smuove qualcosa. Noi la chiusura dell’Ilva non la vogliamo, interrompere la filiera produttiva tra Taranto e Genova significa mandare a morte l’industria italiana”, hanno detto i sindacalisti. In stazione è giunto, per parlare con gli operai, il presidente della Regione Liguria Marco Bucci che ha assicurato: “Siamo al lavoro ogni giorno per salvare la produzione siderurgica, lo faremo anche domani, però dobbiamo pensare anche in maniera più moderna alla possibilità di fare arrivare a Genova coils da lavorare non solo da Taranto ma anche da altre acciaierie“. In largo Lanfranco invece era arrivata anche la sindaca di Genova Silvia Salis, che era stata a Cornigliano, per dire ai lavoratori che domani all’incontro con il ministro Urso tornerà a chiedere una risposta su quello che accadrà se a fine febbraio non dovesse esserci alcuna offerta di acquisto per l’ex Ilva.
Nel primo pomeriggio Fiom, Fim e Uilm hanno dato l’input per liberare Brignole dall’occupazione e rientrare a Cornigliano: il corteo di ritorno si è snodato snoda tra la Foce, corso Saffi, via Gramsci, Buozzi, via Cantore, via Degola e piazza Savio. Qui gli operai hanno ripreso il blocco stradale fino a quando non arriveranno notizie, domani, venerdì, dall’incontro a Roma tra Comune, Regione e ministero.