“Appalti pilotati sulla sanità”, arresti domiciliari per Totò Cuffaro e Roberto Colletti, rimane a piede libero Saverio Romano

Per il caso degli appalti pilotati sulla sanità, la procura di Palermo ha emesso arresti domiciliari per Totò Cuffaro, Roberto Colletti e Antonio Laconi, mentre rimane a piede libero Saverio Romano

Scattano gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro, per l’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello di Palermo Roberto Colletti e per l’attuale direttore del Trauma Center del Villa Sofia Antonio Iacono, nell’ambito di una vasta inchiesta per corruzione nella sanità siciliana. Disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per tre indagati e respinte altre richieste di custodia cautelare. Respinta invece la richiesta d’arresto per l’ex ministro Saverio Romano.

“Appalti pilotati sulla sanità”, arresti domiciliari per Totò Cuffaro, Roberto Colletti e Antonio Laconi, rimane a piede libero Saverio Romano

La gip del tribunale di Palermo Carmen Salustro ha disposto i domiciliari per Cuffaro, Colletti e Iacono. L’obbligo di firma è stato stabilito per Vito Raso, storico collaboratore di Cuffaro, per Marco Dammone, funzionario commerciale della società Dussmann, e per Mauro Marchese, rappresentante legale della stessa azienda, per i quali è scattata anche un’interdittiva di un anno. Le misure sono state eseguite dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Palermo. L’ordinanza arriva dopo gli interrogatori preventivi svolti a metà novembre, come previsto dalle nuove norme sulle misure cautelari. 

Il gip non ha disposto il braccialetto elettronico, ritenendo non necessaria una sorveglianza continua, ma ha ordinato “il totale divieto di comunicazione con coindagati o soggetti della pubblica amministrazione e dell’imprenditoria”.

E' stata respinta, invece, la richiesta d’arresto per l’ex ministro ed esponente di Noi moderati Saverio Romano, che resta indagato a piede libero, così come sono state escluse le misure cautelari per altri dieci indagati, tra cui il capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace e diversi dirigenti pubblici.

L’inchiesta sulla corruzione nel settore sanitario

L’indagine della procura guidata dal procuratore Maurizio de Lucia riguarda presunte ingerenze nelle scelte dei dirigenti regionali, interventi su funzionari e presunti accordi illeciti nell’ambito di gare e concorsi pubblici nel settore sanitario. Secondo l’accusa, Cuffaro avrebbe “sfruttato il potere politico” attribuitogli per influenzare pubblici ufficiali considerati “influenzabili”, favorendo richieste avanzate da privati e concludendo “accordi illeciti, con grave compromissione dell’interesse pubblico”.

In origine la procura aveva chiesto i domiciliari per 18 indagati. La richiesta è stata poi ridimensionata dopo la revoca dell’istanza per uno degli indagati, Vito Fazzino. Le accuse riguardano presunti interventi sui processi decisionali nella pubblica amministrazione, in particolare nel settore della sanità regionale, inclusi concorsi e assegnazioni di appalti.