Università di Bologna nega corso di Filosofia a militari dell'esercito: "Rischio militarizzazione facoltà", Meloni: "Lede doveri costituzionali"
A denunciare l'episodio era stato il capo di Stato maggiore Carmine Masiello
L'Università di Bologna nega il corso di filosofia a dei militari dell'esercito per un presunto rischio di militarizzazione della facoltà. A denunciare l'episodio era stato il capo di Stato maggiore Carmine Masiello: "Per creare un pensiero laterale nell'esercito, per dare la possibilità di pensare in maniera differente e uscire dallo stereotipo, ho deciso di avviare un corso di laurea in Filosofia per i miei giovani ufficiali. Ho chiesto all'Università di Bologna di avviare un corso di laurea per 10-15 dei miei ufficiali. Non hanno voluto avviare questo corso per timore di militarizzare la Facoltà". Frasi che hanno inevitabilmente posto al centro dell'attenzione questo caso, coi vertici del governo che sono intervenuti per denunciare il comportamento dell'ateneo. L'ultima in ordine di tempo è stata la premier Meloni: "Ritengo che la decisione assunta dal Dipartimento di Filosofia dell'Università di Bologna di negare l'attivazione di un percorso di studi per i giovani ufficiali dell'Esercito Italiano sia un atto incomprensibile e gravemente sbagliato".
Università di Bologna nega corso di Filosofia a militari dell'esercito: "Rischio militarizzazione facoltà"
Continua a tenere banco il caso dell'università di Bologna che nega il corso di Filosofia per i militari dell'esercito. Anche e soprattutto per via della motivazione espressa dall'ateneo, secondo cui sarebbe meglio non "militarizzare la facoltà". Masiello ha poi proseguito denunciando il caso: "Non posso giudicare le scelte che competono ad altre istituzioni, però rappresento che un'istituzione come l'esercito non è stata ammessa all'Università. È stata una cosa che mi ha sorpreso e deluso. Questo è sintomatico dei tempi che viviamo e di quanta strada c’è da percorrere, perché la nostra opinione pubblica, in generale, e i giovani, in particolare, capiscano quale è la funzione delle forze armate nel mondo che stiamo vivendo".
Il caso è arrivato direttamente ai vertici del governo, dove prima Crosetto, e poi Meloni, hanno fatto sentire la loro voce ed espresso la propria vicinanza agli ufficiali. "Non si tratta solo di una scelta inaccettabile, ma di un gesto lesivo dei doveri costituzionali che fondano l'autonomia dell'Università. L'ateneo, in quanto centro di pluralismo e confronto, ha il dovere di accogliere e valorizzare ogni percorso di elevazione culturale, restando totalmente estraneo a pregiudizi ideologici. Questo rifiuto implica una messa in discussione del ruolo stesso delle Forze armate, presidio fondamentale della difesa e della sicurezza della Repubblica, come previsto dalla Costituzione" ha dichiarato la premier.
Il ministro della Difesa aveva replicato: "I professori dell'ateneo di Bologna, che hanno rifiutato di avviare un corso di laurea per alcuni ufficiali dell’Esercito italiano, temendo (così dicono) la (presunta) 'militarizzazione' della loro Università, possono stare tranquilli: quegli ufficiali che loro oggi rifiutano sdegnati, oggi, domani e sempre, saranno pronti a difenderli ugualmente, ove e in caso fosse necessario. Spero solo che, ove e se (Dio non voglia), ciò accadesse, questi professori saranno, almeno moralmente, a fianco delle forze armate che hanno giurato di difendere, sulla Costituzione, sempre e ovunque ogni cittadino italiano. Come fanno già tutti i giorni".