Milano, Green Stone e 4500 famiglie acquirenti chiedono al comune il dissequestro di Scalo House, il piano sarà vagliato da Palazzo Marino e dall’autorità giudiziaria

La società costruttrice Green Stone e le 4500 famiglie acquirenti hanno presentato un’istanza per sbloccare il cantiere di Scalo House fermo da un anno per l’inchiesta sull’urbanistica. Il piano sarà vagliato da Palazzo Marino e dall’autorità giudiziaria

Dopo un anno di stop e mesi di proteste, Green Stone tenta la mossa decisiva per sbloccare il cantiere di Scalo House, il complesso residenziale di via Valtellina 38, al centro di una delle più rilevanti inchieste sull’urbanistica milanese. La società costruttrice ha infatti presentato al Comune di Milano una istanza di piano attuativo con l’obiettivo di ottenere un nuovo titolo edilizio che tenga conto dell’assetto urbanistico complessivo dell’area, delle infrastrutture e dei servizi da realizzare.

Milano, Green Stone e 4500 famiglie acquirenti chiedono al comune il dissequestro di Scalo House, il piano sarà vagliato da Palazzo Marino e dall’autorità giudiziaria

La proposta sarà ora vagliata dagli uffici di Palazzo Marino, che dovranno verificare la correttezza del percorso tecnico-amministrativo, e successivamente trasmessa all’autorità giudiziaria per la richiesta formale di dissequestro dell’area.

Secondo quanto riferito da Green Stone agli acquirenti, il piano prevede anche oneri finanziari aggiuntivi a carico della società, nel tentativo di “sanare” le presunte difformità contestate dalla Procura, relative alla qualificazione di nuove costruzioni erroneamente considerate ristrutturazioni.

Il presidio delle famiglie davanti al cantiere

Le famiglie acquirenti – circa 4.500 in tutta Milano coinvolte in situazioni simili – si sono riunite venerdì 7 novembre in presidio davanti al cantiere di Scalo House per chiedere una soluzione definitiva. “Condannati per aver scelto di acquistare una casa a Milano – scrive il Comitato Famiglie Sospese –. Da oltre dodici mesi viviamo nell’incertezza, senza una casa pur avendola pagata. Chiediamo al Comune e alla magistratura di trovare una via d’uscita condivisa”.

Durante la manifestazione, simbolicamente organizzata a un anno dal sequestro, alcuni nuclei familiari hanno raccontato le difficoltà di questo lungo periodo di attesa, mentre sul posto è stata “celebrata” la ricorrenza con una torta, come gesto di resistenza civile.

Un nodo urbanistico che coinvolge centinaia di edifici

Il caso Scalo House è solo la punta dell’iceberg di una situazione che rischia di trasformarsi in un vero caos immobiliare. Secondo le stime del Comitato, basate sui dati comunali, sarebbero 366 i fabbricati potenzialmente irregolari perché autorizzati con titoli edilizi diretti (Dia, Scia o permessi di costruire) invece che con piani attuativi, come previsto da una recente interpretazione della legge urbanistica del 1942.
Tradotto in numeri, significa circa 1.200 edifici e 40.000 abitazioni a rischio di contestazione formale.