Thales Alenia Space, davanti alla sede torinese la protesta di un blocco anti-militarista, tra fumogeni e slogan di pace

A Torino è alle porte la fiera aerospaziale e di difesa internazionale: un presidio per il disarmo accusa Thales Alenia Space, leader nella produzione di satelliti civili e militari

Ieri mattina Torino si è svegliata tra fumo colorato, cori e striscioni. Un gruppo di attivisti antimilitaristi ha attuato un blocco all'accesso della sede della Thales Alenia Space, in strada Antica di Collegno. il dito è stato puntato contro i colossi dell'aerospazio. «Spezziamo le ali al militarismo», si leggeva su uno striscione vistoso, mentre i manifestanti denunciavano la complicità delle grandi aziende nella produzione di tecnologie destinate all'industria bellica. Sulla passerella davanti all'Oval Lingotto, è apparso un altro messaggio, secco e inequivocabile: «Contro la guerra e chi la arma». Non è un luogo scelto a caso: tra poche settimane, proprio lì, si aprirà la decima edizione dell'Aerospace and Defense Meetings, vetrina internazionale del comparto aerospaziale e militare. Per i promotori del blocco, più che una fiera di innovazione, l'appuntamento è un vero e proprio mercato globale della guerra, dove si intrecciano affari, contratti e strategie tra governi e multinazionali dell'armamento.

La protesta, durata quasi un'ora, si è svolta in modo pacifico. Forte è stato l'impatto evocativo. I manifestanti hanno dato vita a un presidio statico davanti ai cancelli della Thales Alenia Space. Si sono levati slogan e la distribuzione di volantini ha invitato alla «riconversione civile dell'industria». Nessun incidente, nessuna tensione: solo la determinazione di far passare un messaggio chiaro. "Le guerre che seminano sangue nascono anche qui, a due passi da noi", hanno denunciato gli attivisti, puntando il dito contro le fabbriche che alimentano il commercio di armi. Il loro appello è diretto: trasformare l'industria bellica in un motore di pace, smascherando i mercanti di morte che si nascondono dietro la schermatura dell'innovazione tecnologica. Thales Alenia Space è nata dalla joint venture tra il gruppo francese Thales (67%) e Leonardo (33%). I forti legami di Thales con l'ecosistema israeliano sono stati illustrati recentemente da chi scrive.

Dal 2 al 4 dicembre, Torino si troverà ad accogliere le maggiori industrie mondiali dell'aerospazio e della difesa. All'Oval Lingotto andrà in scena una convention internazionale a porte chiuse, riservata a governi, eserciti e contractor della difesa militare. Gli attivisti torinesi considerano l'evento all'Oval uno schiaffo a coloro che chiedono una netta separazione tra l'aerospazio militare e quello civile. I manifestanti ricordano che nella scorsa edizione, secondo i loro dati, sono stati firmati oltre 9000 contratti per la vendita di sistemi d'arma e tecnologie micidiali "destinati a tutti i fronti di conflitto del pianeta". La protesta di ieri, davanti alla sede torinese di Thales Alenia Space, è solo l'inizio di una mobilitazione più ampia. Gli organizzatori hanno fatto sapere che ci sarà un corteo antimilitarista il 29 novembre lungo corso Giulio Cesare, un presidio all'Oval in via Matté Trucco il 2 dicembre, in coincidenza con l'apertura del vertice, e assemblee pubbliche ogni martedì sera in corso Palermo.

Thales Alenia Space era presente, insieme a Leonardo, anche all'edizione 2023 dell'Aerospace and Defense Meetings. Il 29 novembre di quell'anno, alcuni attivisti di Extinction Rebellion si calarono dal tetto dell'Oval per protestare contro i big internazionali dell'aerospazio e della difesa militare, con uno striscione sul quale era scritto "Qui si finanzia guerra e crisi climatica".

Di Roberto Valtolina