Chef Rubio a processo per diffamazione ai danni di David Parenzo per post su X del 2023, l'attivista: "Diffonde menzogne anti-palestinesi"

Il cuoco è accusato di diffamazione aggravata per un post pubblicato su X contro il giornalista Parenzo dopo l’attacco di Hamas del 2023

L'attivista Chef Rubio è di nuovo chiamato a processo per diffamazione aggravata per la causa palestinese, questa volta dal giornalista di religione ebraica David Parenzo. Il casus belli sarebbe un post X del 12 ottobre 2023, in cui Rubio ha accusato Parenzo di diffondere "menzogne per disumanizzare i palestinesi e giustificare il genocidio".

Chef Rubio a processo per diffamazione ai danni di David Parenzo per post su X del 2023, l'attivista: "Diffonde menzogne anti-palestinesi"

Ancora una volta Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini, finirà in tribunale. L’accusa è di diffamazione aggravata nei confronti del giornalista David Parenzo, per un tweet pubblicato il 12 ottobre 2023, pochi giorni dopo gli attacchi di Hamas e la risposta militare israeliana. Ma per molti osservatori, il processo è anche un segnale preoccupante sulla progressiva criminalizzazione del dissenso riguardo alla questione palestinese.

Il messaggio incriminato, pubblicato su X, recitava: “Il miracolato #Parenzo suprematista odiatore antimusulmano, antiarabo e antisemita (i palestinesi sono semiti, lui e i sionisti no), continua a diffondere menzogne per disumanizzare i palestinesi e giustificare il genocidio. Noi confermiamo che sostieni il terrorismo ebraico...”.

Rubini aveva allegato al post un articolo in cui Parenzo citava presunti episodi di bambini decapitati durante l’attacco del 7 ottobre, notizia poi mai confermata da fonti indipendenti.

Secondo la procura, il tweet avrebbe offeso la reputazione del giornalista “per finalità di discriminazione o odio religioso”. Ma il cuoco e attivista, noto per le sue prese di posizione filo-palestinesi, rivendica ora il diritto alla libertà di espressione e alla critica verso il potere mediatico e politico che, a suo dire, tende a silenziare le voci fuori dal coro.

Nel corso dell’udienza, Parenzo ha dichiarato di essersi sentito attaccato “per il solo fatto di essere ebreo”. Tuttavia, i sostenitori di Rubini sottolineano come le sue parole, pur dure, si inseriscano in un contesto di denuncia politica contro la disinformazione e la giustificazione delle violenze israeliane a Gaza.

Il processo è stato rinviato al 24 febbraio 2026, quando Rubini potrà esporre le proprie ragioni. In molti, tra giornalisti indipendenti e attivisti per i diritti umani, vedono nella vicenda un nuovo caso di uso del diritto penale per limitare la libertà di parola sul genocidio di Gaza.