Antico Caffè Greco, sfratto esecutivo dopo 8 anni, torna all'Ospedale Israelitico e resta chiuso fino alla ricerca di un nuovo gestore

Il contenzioso tra la proprietà dell'immobile e i gestori della caffetteria andava avanti dal 2017, e scaduto il contratto d'affitto l'Ospedale Israelitico ha avanzato il diritto di rientrare in possesso dei locali

Dopo 8 anni arriva lo sfratto esecutivo per l'Antico Caffè Greco di Roma. Il locale torna all'Ospedale Israelitico e resta chiuso finché non subentrerà un nuovo gestore con una gara pubblica. "Assoluta priorità sarà riaprire il Caffè Greco - ha spiegato il commissario straordinario Leozappa - inizieremo i lavori quanto prima e daremo attuazione al piano di concordato". A tal proposito, sarebbero già arrivate "proposte informali" venute da maison "già accasate". Via Condotti, dove è situato il Caffè Greco, è una delle vie più lussuose della Capitale. E una di queste potrebbe aver l'obiettivo di ampliare il proprio spazio. Carlo Pellegrini, che è stato il gestore in tutti questi anni, ha promesso battaglia: "La questione non è chiusa qui. Non è compito nostro tutelare il bene culturale".

Antico Caffè Greco, sfratto esecutivo dopo 8 anni, torna all'Ospedale Israelitico e resta chiuso fino alla ricerca di un nuovo gestore

Lo sfratto dell'Antico Caffè Greco di Roma, locale di via Condotti e frequentato tra gli altri da Leopardi, D'Annunzio e Goethe, è avvenuto la mattina di mercoledì 8 ottobre. Qualche giorno fa il tribunale di Roma aveva decretato come lo sfratto dovesse essere immediato e prima del 26 novembre, data precedentemente in calendario. Il contenzioso tra la proprietà dell'immobile e i gestori della caffetteria andava avanti dal 2017, e scaduto il contratto d'affitto l'Ospedale Israelitico ha avanzato il diritto di rientrare in possesso dei locali. La Cassazione ha confermato la disdetta del contratto dopo una lunga battaglia legale.

Prima dello sfratto erano stati sequestrati 300 opere d'arte del valore di 8 milioni di euro, tra queste quadri, sculture e oggetti d'antiquariato. L'operazione è stata effettuata dopo l'iscrizione nel registro degli indagati del gestore Carlo Pellegrini, accusato di aver spostato le opere "senza comunicazione né autorizzazione", nonostante fossero vincolate e dunque inamovibili.