Morì in canoa alla foce dell'Entella a 14 anni, la procura chiede il rinvio a giudizio per due medici
Secondo il pm i soccorsi sono stati condizionati da una serie di errori, per questo motivo non è stato possibile salvare Andrea Demattei. Già a processo i pompieri
Il pubblico ministero Francesco Cardona Albini ha chiesto il rinvio a giudizio per i due medici, uno in servizio sull’automedica e l’altro sull’elicottero di soccorso, intervenuti nel gennaio 2023 per soccorrere Andrea Demattei, il canoista di 14 anni deceduto durante una sessione di allenamento nel fiume Entella. L’udienza preliminare è stata fissata, dalla giudice Angela Nutini, il prossimo 23 ottobre. E in quella circostanza deciderà se prosciogliere i due medici oppure se mandarli a processo. A maggio invece, durante la prima udienza del processo sulla morte del giovane, che vede imputati al momento sei vigili del fuoco, la Procura ha presentato appello contro la sentenza di «non luogo a procedere» nei confronti dei due allenatori che, nel gennaio del 2023, accompagnarono Andrea Demattei per una sessione di allenamento nel fiume Entella a Chiavari e per i quali era stato richiesto il rinvio a giudizio. Per quanto riguarda i medici (difesi dagli avvocati Daniele Pomata e Alessandro Lanata), era stata la giudice Carla Pastorini a trasmettere gli atti al pubblico ministero per approfondire la loro posizione. Il processo ai vigili del fuoco, nel frattempo, è stato rinviato al prossimo 11 dicembre, in modo da capire se unificare tutte le posizioni senza spezzare il procedimento in due tronconi.
Andrea Demattei, insieme ai tecnici e ai compagni della Shock Waves di Sestri Levante, aveva raggiunto il fiume Entella (colpito da piena pochi giorni prima) per un allenamento in canoa. Il percorso dei giovani, prevedeva il passaggio sotto il ponte della Maddalena in un tratto dove le correnti erano più intense e dove era anche presente un tronco, trasportato dalla piena e incagliato sul fondo del fiume. Nonostante uno dei tecnici avesse spiegato le manovre ai giovani canoisti, per un errore, Andrea, è rimasto agganciato con la canoa al grosso tronco incagliato sul fondo, attorcigliandosi intorno allo stesso. Nonostante gli sforzi dei soccorritori per liberare il giovane, la sua lunga esposizione alle gelide acque dell’Entella avevano provocato la morte per ipotermia. Nei mesi scorsi erano state pubblicate le motivazioni con le quali erano stati archiviati i due istruttori che seguivano il guppo e Andrea il 12 gennaio del 2023. Per la giudice «le conseguenze dei successivi errori compiuti nella liberazione del giovane e, soprattutto, l'improvvida mancata valutazione dei rischi connessi alla prolungata presenza in acqua, non possono essere riferiti agli istruttori».