Liguria, aumentano i casi di revenge porn tra i minorenni, la polizia postale riceve 200 denunce all'anno

La diffusione illecita di immagini o video espliciti spesso nasce dopo la fine di una relazione. Oppure dopo festini a luce rosse e orge, come è successo a Bogliasco

Aumentano le denunce per revenge porn in Liguria, ossia la diffusione illecita di immagini o video espliciti, tipicamente attraverso app di messaggistica quali WhatsApp e Telegram. Ad attirare l’attenzione sul fenomeno è stato il festino a luci rosse andato in scena a giugno in un locale di Bogliasco, e immortalato da un notaio che poi è stato denunciato da una cinquantenne immortalata in alcuni scatti a sua insaputa.

A differenza di questo episodio, che vede i protagonisti adulti - e in cui la diffusione non è legata a un ricatto - gli esposti raccolti dalle forze dell’ordine e in particolare dalla polizia postale nella nostra regione riguardano soprattutto minorenni. Ragazzi che si vendicano dell’ex fidanzata dopo la fine di una relazione mostrando a tutti quello che succedeva tra loro nell’intimità. Si registrano tre o quattro querele a settimana, che vogliono dire circa 200 all’anno. Considerato che la maggior parte delle giovani che subisce revenge porn preferisce non denunciare perché ha paura della reazione dei genitori, il fenomeno ha ormai assunto proporzioni più che preoccupanti.

Le modalità contribuiscono ad aggravare le conseguenze: in genere gli adolescente le foto e i video intimi li inviano in chat di classe, o in quelle collegate ad attività sportive. È il caso di una coppia di giovanissimi dell’entroterra genovese, poco più che quindicenni, che durante la loro breve frequentazione (alcuni mesi) si erano filmati nell’intimità con il telefonino di lui. Quando la ragazza ha deciso di dire basta a quella relazione, l’ex ha scattato degli screenshot dei filmati e con quelli ha inondato le chat degli amici di entrambi. Una coetanea della coppia, amica di famiglia, lo ha mostrato alla madre della ragazza ed è scoppiato il pandemonio perché prima di arrivare alla denuncia c’è stato uno scontro tra i rispettivi genitori. Sul caso indagano gli agenti del Centro operativo per la sicurezza cibernetica della Liguria, che dopo aver acquisito i documenti hanno sentito il quindicenne. Rischia di passare un guaio. Intanto gli è stato requisito il cellulare, che il giovanissimo può utilizzare soltanto per scopi scolastici.