West Nile, 2ª vittima in Campania, 5ª in Italia: morto 74enne all’ospedale di Napoli, era ricoverato dal 20 luglio per patologie pregresse
Sul fronte scientifico, è intervenuto il dott. Francesco Vaia: "Nessun allarmismo. Colpisce al massimo persone molto anziane, immunodepresse e che hanno altri problemi". Anche il dottor Rezza è intervenuto, allineandosi a Vaia: "Ci sono stati anni in cui i casi sono stati molti di più"
Salgono a 5, dall'inizio dell'anno, le vittime per il virus West Nile in Italia. Dopo un decesso in Piemonte nei mesi scorsi, altri quattro morti si sono registrati tra Lazio e Campania, tutti, però, con patologie pregresse. L’ultimo caso riguarda un uomo di 74 anni, deceduto venerdì scorso all’Ospedale del Mare di Napoli: era stato ricoverato d’urgenza il 20 luglio per patologie pregresse. Qualche giorno fa aveva avuto un’emorragia digestiva. Due giorni dopo sono comparsi febbre e stato confusionale, complicazioni ulteriormente aggravate da un’insufficienza renale. Il decesso è avvenuto alle 04:20 del mattino. Il dottor Vaia si è espresso in merito esortando a non creare allarmismi.
West Nile, 2ª vittima in Campania, 5ª in Italia: morto 74enne all’ospedale di Napoli, era ricoverato dal 20 luglio per patologie pregresse
Il 74enne, nato a Pomigliano d’Arco, è la seconda vittima in Campania legata al virus. Pochi giorni prima, lunedì, un altro decesso si era verificato a Caserta: un uomo di 80 anni, originario di Maddaloni, affetto da gravi patologie pregresse, è morto mentre era ricoverato all’ospedale della città. Nello stesso nosocomio è attualmente ricoverato, sempre per West Nile, un altro anziano, anch’egli residente a Maddaloni.
Anche nel Lazio il virus ha colpito: un uomo di 77 anni è morto all’Istituto Spallanzani di Roma. Era affetto da patologie croniche e aveva subito un trapianto cardiaco. Secondo quanto ricostruito, aveva soggiornato di recente a Baia Domizia, in provincia di Caserta, zona dove nei giorni scorsi sono stati confermati altri casi d’infezione.
Intanto, le autorità locali si stanno muovendo per contenere la diffusione del virus. Il Comune di Fiumicino ha avviato una campagna di disinfestazione contro le zanzare, utilizzando un Larvicida Microbiologico in granuli specifico per il controllo delle larve. “Questa scelta rientra nell'impegno dell'Amministrazione comunale per un approccio sostenibile e responsabile per ridurre al minimo l'impatto sull'ambiente”, spiegano da Fiumicino.
Anche il Comune di Caivano ha annunciato interventi analoghi. La Commissione straordinaria ha reso noto che l’Asl Napoli 2 Nord, in collaborazione con l’Ufficio Ambiente, ha predisposto disinfestazioni notturne per l’1, il 4 e il 5 agosto. Le operazioni, affidate a personale specializzato e con attrezzature adeguate, prevedono l’uso di prodotti a basso impatto ambientale, autorizzati dal ministero della Salute.
Il dottor Giovanni Rezza è intervenuto sul West Nile: "Il grosso dei casi di West-Nile inizia fra agosto e settembre, a ottobre cominciano a diminuire. Non abbiamo un aumento quest'anno, ma un'estensione sul territorio. Sono ormai decenni, dal 2009 se non sbaglio, che ogni estate abbiamo una ri-emergenza di casi di West-Nile, perché abbiamo l'arrivo degli uccelli migratori malati, che poi lo passano agli animali stanziali. La zanzara si infetta dall'uccello e poi punge l'uomo o il cavallo. Prima però, i casi erano tutti confinati in Veneto e in Emilia Romagna, nelle zone più caldo-umide. Poi si è allargato in Pianura Padana andando verso ovest, prima in qualche provincia della Lombardia, poi verso il Piemonte. Dopo ha fatto una comparsa nella Sardegna occidentale, dove c'è stato qualche caso. Dall'anno scorso, tende a far registrare dei casi in varie zone italiane. Si sono estesi come focolai, dove c'è circolazione virale. A Latina c'erano stati dei casi negli animali, nei cavalli, ma mai in umani. Quest'anno, ce ne sono 6 o 7. Ci sono stati anni con tantissimi casi, altri con meno casi, altri in cui sono aumentati di nuovo... È un po' imprevedibile. Io non credo neanche alla storia dei cambiamenti climatici, perché l'Italia è sempre stato un Paese tropicale part-time. D'estate fa caldo umido, più al Nord che al Sud. Rovigo, Treviso, Padova, Mantova, Modena... c'è una zona vasta con caldo umido. Anche in provincia di Latina ci sono queste condizioni, con tutti i campi e l'ex palude bonificata da Mussolini, una vecchia zona malaria. Non meraviglia neanche tanto che si instauri un ciclo di contagio fra animali infetti. Comunque, su 100 casi, una ventina possono dare sintomi lievi, una febbricola. L'80% dei casi è asintomatico, meno dell'1% presenta effetti gravi.".
Sul caso, è intervenuto anche Francesco Vaia, già direttore generale dell’Istituto Spallanzani di Roma e per la prevenzione al ministero della Salute. "Nessun allarmismo. Il virus West Nile è responsabile di una malattia dalla sintomatologia lieve, salvo nelle persone molto anziane, immunodepresse e che hanno altri problemi. È questo il caso, molto probabilmente, delle persone che sono decedute. Ma quando ci sono i morti bisogna fare senza allarmismi una riflessione: c'è bisogno di serietà e responsabilità da parte di chi ha le professionalità giuste. Se è vero che la prevenzione va fatta soprattutto individualmente", proteggendosi dalle punture di zanzara, "c'è bisogno anche di azioni di sistema, portando avanti azioni larvicide in tempi utili. Il nostro bersaglio sono le zanzare, non il virus".
Vaia ha poi sottolineato l’importanza di una strategia condivisa a livello internazionale: “L’Italia non deve isolarsi. Le malattie infettive vanno prevenute soprattutto in un quadro di collaborazione internazionale in modo che i piani pandemici possano essere condivisi a livello mondiale. In un mondo globalizzato ciò che succede nell'altro emisfero ci interessa: basta un viaggio in aereo o sulla nave perché questo virus possa essere trasferito in Italia”.
E ha concluso: “Bisogna che il nostro Paese, che in tempi non sospetti ha contrastato certe misure, provi a diventare protagonista. L'Italia potrebbe ospitare uno snodo dei centri per le malattie infettive europei in modo che questa possa essere una struttura di raccordo tra l'Africa e l'Europa, seguendo un approccio One Health”.