Anche l’Università di Pisa contro il genocidio a Gaza, interrotti accordi con atenei israeliani di Reichman ed Hebrew: “Netanyahu disumano”

Il rettore Riccardo Zucchi: "Atto di responsabilità etica e civile, reso necessario da quella che si presenta oggettivamente come una forma di pulizia etnica in corso”

L’Università di Pisa prende posizione contro il genocidio in corso nella Striscia di Gaza. L’ateneo toscano ha annunciato la sospensione dei rapporti istituzionali con due università israeliane, la Reichman e la Hebrew, in seguito a quanto deliberato dal Senato accademico l’11 luglio. Il provvedimento, formalizzato il 24 luglio, arriva come segnale politico contro le azioni del governo Netanyahu. Il rettore Riccardo Zucchi: “Netanyahu disumano”.

Anche l’Università di Pisa contro il genocidio a Gaza, interrotti accordi con atenei israeliani di Reichman ed Hebrew: “Netanyahu disumano”

La scelta dell’Ateneo affonda le radici nei principi statutari recentemente aggiornati, in cui si riconosce la pace come valore fondamentale. L’Università di Pisa, si legge nella nota diffusa dal consiglio di amministrazione, “non sostiene e non partecipa ad alcuna attività finalizzata alla produzione, allo sviluppo e al perfezionamento di armi e sistemi d’arma da guerra”. Alla luce di questo orientamento, è stata presa “in via eccezionale e alla luce del drammatico contesto umanitario nella Striscia di Gaza” la decisione di interrompere i due accordi quadro con Reichman ed Hebrew University.

Una scelta che – sottolinea l’ateneo – “rappresenta un gesto politico rivolto al Governo di Israele, con l’invito a cessare le ostilità e a intraprendere un processo di pace giusta e sostenibile”.

Il rettore Riccardo Zucchi ha chiarito che non si tratta di una presa di posizione contro la comunità accademica israeliana nel suo complesso: “Non è un atto contro le università israeliane in quanto tali – ha aggiunto –, abbiamo infatti attivi programmi con università israeliane su progetti che riguardano ambiente e neuroscienze e la decisione non intende in alcun modo compromettere i legami scientifici, culturali e personali tra ricercatori e studenti: non esprime una posizione pregiudizialmente contraria alla cooperazione accademica con le università israeliane ma si configura come un atto di responsabilità etica e civile, reso necessario da quella che si presenta oggettivamente come una forma di pulizia etnica in corso e in coerenza con i principi statutari recentemente aggiornati dall’ateneo”.

Quanto sta accadendo a Gaza da parte del governo Netanyahu è disumano – ha aggiunto Zucchi – e con i due Atenei israeliani con cui stavamo aprendo linee di credito interromperemo ogni collaborazione perché hanno stretti legami con l’esercito israeliano, hanno condiviso pubblicamente l’operato di Netanyahu e in un caso sono insediate in territori della Cisgiordania ritenuti illegali dall’Onu: l’università per sua natura è uno spazio di confronto e discussione e attraverso i dibattiti sull’attualità formiamo persone capaci di pensare in modo critico e autonomo, con una visione a 360 gradi che abbia al centro sempre il rispetto per le persone”.

Massima apertura, invece, verso gli studenti israeliani. “Perché non li riteniamo in alcun modo responsabili delle azioni del loro governo: ci impegniamo a tutelarli e a garantire un ambiente sereno e sicuro per tutti”, ha concluso il rettore.