Gaza, blitz Digos a casa chef Rubio per post contro Israele e genocidio dei palestinesi: trattenuto 12 ore in commissariato, sequestrati cellulare e pc
La Digos indaga sui post social dell’attivista, sequestrati i dispositivi per verificare chat e contenuti ritenuti discriminatori contro Israele
Blitz degli agenti antiterrorismo della Digos a casa di chef Rubio per due suoi post sui social network in cui si schierava contro Israele e il genocidio dei palestinesi a Gaza. Per questo, l'attivista è stato trattenuto oltre 12 ore al Commissariato di Frascati e gli sono stati sequestrati tutti i dispostivi elettronici, tra cui cellulare e pc.
Gaza, blitz Digos a casa chef Rubio per post contro Israele e genocidio dei palestinesi: trattenuto 12 ore in commissariato, sequestrati cellulare e pc
Gabriele Rubini, noto al grande pubblico come chef Rubio, è stato perquisito e trattenuto per ore dalla Digos lo scorso 17 luglio, a causa di due post pubblicati sui social a maggio, all’indomani dell’attentato di Washington contro diplomatici israeliani. L’ex cuoco televisivo, ormai da tempo impegnato come attivista pro-Palestina, è indagato per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa.
All’alba, gli agenti dell’antiterrorismo hanno bussato alla sua abitazione ai Castelli Romani, sequestrando telefoni, computer e memorie Usb. Rubini è stato condotto al commissariato di Frascati e trattenuto fino a sera per essere interrogato. La notizia è stata diffusa dall’attivista Alberto Fazolo, che ha parlato di "una persecuzione per la sua attività di denuncia della pulizia etnica della Palestina".
I post di chef Rubio su X
Al centro dell’inchiesta ci sono due messaggi pubblicati sul profilo X di Rubini il 21 e 22 maggio. Nel primo, scritto poche ore prima dell’attentato a Washington in cui morirono due funzionari israeliani, si legge: "Morte ai diplomatici complici del genocidio in atto da 77 anni, morte agli invasori e a chi li finanzia, morte al colonialismo, suprematismo, razzismo e odio antimusulmano. Morte quindi al sionismo e alla colonia ebraica. Lunga vita alla Palestina e ai nativi semiti palestinesi".
Nel secondo, pubblicato dopo l’attentato insieme alle foto delle vittime, Rubini ha scritto: "Che differenza c’è tra un impiegato dell’ambasciata della colonia ebraica e un soldato suprematista ebraico che massacra i palestinesi per il loro solo esistere e resistere? Che uno esegue gli omicidi (Eichmann) e l’altro fornisce legittimità e mezzi per farlo impunemente".
Fazolo ha infine riferito che Rubini, in attesa della restituzione dei dispositivi sequestrati, è ora impossibilitato a comunicare attraverso i suoi canali social, ma sta bene e resta determinato a continuare la sua battaglia politica.