Concerto Gergiev a Caserta, Giuli in cortocircuito su artista russo: “Arte è libera, no a censura, ma esibizione pro Putin deplorevole”
La vedova del dissidente russo Aleksej Navalny, Julija Navalnaja, ha attaccato Gergiev: “Non è solo un suo amico, è un suo sostenitore. Ma anche un promotore della politica criminale di Putin, suo complice e fiancheggiatore”
È polemica sul concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev alla Reggia di Caserta. Il ministro della Cultura Alessandro Giuli va in cortocircuito sull’artista russo, contraddicendosi: "L'arte è libera e non può essere censurata, ma un’esibizione pro Putin sarebbe deplorevole".
Concerto Gergiev a Caserta, Giuli in cortocircuito su artista russo: “Arte è libera, no a censura, ma esibizione pro Putin deplorevole”
Il maestro Gergiev, direttore d’orchestra russo, è considerato da tempo vicino al Cremlino. Il suo nome è tornato al centro del dibattito italiano dopo l’annuncio della sua esibizione alla Reggia di Caserta, evento voluto e finanziato dalla Regione Campania nell’ambito di una rassegna sostenuta da fondi europei. “Il concerto dell’amico e consigliere di Putin, Valery Gergiev, voluto, promosso e pagato dalla Regione Campania e che si terrà nella Reggia di Caserta, autonoma nella scelta di quali eventi ospitare, rischia di far passare un messaggio sbagliato”, ha dichiarato Giuli, che ha poi attaccato Putin: “L’Ucraina è una nazione invasa”.
Giuli non è l’unico a esprimere perplessità. La vedova del dissidente russo Aleksej Navalny, Julija Navalnaja, ha affidato alle pagine di Repubblica un appello diretto all’Italia: “Non è solo un suo amico, è un suo sostenitore. Ma anche un promotore della politica criminale di Putin, suo complice e fiancheggiatore”. Parole dure che riaccendono la tensione intorno a una figura già al centro di polemiche. Nel febbraio 2022, infatti, Gergiev fu allontanato dalla Scala di Milano per essersi rifiutato di prendere le distanze dall’invasione del Donbass da parte dell’esercito russo.
Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, difende la scelta puntando sul valore artistico: “A Caserta si esibiranno un direttore d’orchestra russo e uno israeliano. Non chiediamo a questi uomini di cultura di rispondere delle scelte politiche di chi guida i loro rispettivi Paesi. Avranno le loro idee, condivisibili o meno, ma non alimentiamo le sorgenti d’odio”.
La questione divide anche il mondo politico. Carlo Calenda definisce “sbagliato e immorale che venga ingaggiato un propagandista di Putin per un evento sostenuto con soldi pubblici”. Sulla stessa linea Marta Carfagna, che invita “la politica campana a raccogliere l’appello di Julija Navalnaja” e a fermare l’evento.
Di parere opposto è invece la leghista Silvia Sardone: “Impedire a un direttore d’orchestra di portare la sua arte nel nostro Paese ci renderebbe identici a quelli che noi a parole vogliamo combattere”. Secondo Sardone, la politica dovrebbe “stare fuori dai teatri e dal mondo dello spettacolo”, anche se ammette che questo principio risulta difficile da applicare.