Lisa Federico morta a 17 anni dopo trapianto midollo osseo al Bambin Gesù, assolti i medici, i genitori denunciano i periti per falso
L’accusa nei confronti dei periti è ora formalmente al vaglio della magistratura: il pm Pietro Pollidori ha aperto un’inchiesta per chiarire eventuali responsabilità. "Per noi giustizia non è stata fatta", hanno dichiarato i genitori, assistiti dagli avvocati Andrea Aiello e Federico Bianchi
Pietro Merli e Rita Maria Pinto sono stati assolti. I due medici eseguirono un trapianto di midollo osseo al Bambin Gesù a Lisa Federico, la 17enne morta in seguito all'operazione. Secondo il gup di Roma "il fatto non sussiste". La difesa, composta dagli avvocati Gaetano Scalise, Licia D’Amico e dal professor Paolo Veneziani, "ha escluso in modo puntuale ogni responsabilità, offrendo una ricostruzione tecnica e scientifica ritenuta pienamente fondata dal giudice".
La giovane Lisa è morta il 3 novembre 2020. 5 anni dopo è arrivata l'assoluzione dei medici in merito alla vicenda che ha visto coinvolta oltre alla 17enne anche i due genitori, il biologo e responsabile del Centro nazionale per la Salute globale dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) Maurizio Federico e la soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale Margherita Eichberg. Tuttavia, i due non si danno per vinti nel quadro di un caso che ha di fatto dato ragione ai medici ed hanno deciso di denunciare i periti del tribunale per falso.
Lisa Federico morta a 17 anni dopo trapianto midollo osseo al Bambin Gesù, assolti i medici
Sono stati entrambi assolti i due medici che avevano effettuato il trapianto di midollo osseo a Lisa Federico. Una chiusura, probabilmente parziale della vicenda, che ha visto di recente anche l'assoluzione anche del Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia e Terapia Cellulare e Genica al Bambino Gesù Franco Locatelli. I due genitori hanno annunciato ricorso, consci che qualcosa non sia andato per il verso giusto.
E ad esser presi in esame sono i periti del gup. Secondo Federico ed Eichberg, la consulenza tecnica d’ufficio – su cui si è basata l’assoluzione – conterrebbe "numerose condotte oggettivamente discutibili, contrarie alle corrette regole cliniche e prive della minima cautela verso una paziente che non necessitava affatto di un intervento urgente come quello eseguito".
Lisa, nata in Ucraina e adottata nel 2009, è stata sottoposta al trapianto due mesi prima della morte. Il suo calvario è iniziato subito dopo l’infusione di 350 millilitri di globuli rossi incompatibili. La madre ha raccontato più volte che "già dal giorno dopo gli organi hanno iniziato a cedere, dopo ore di urla e svenimenti. I medici sono sempre stati ambigui e sfuggenti, non hanno mai proposto terapie alternative meno invasive".
L’accusa nei confronti dei periti è ora formalmente al vaglio della magistratura: il pm Pietro Pollidori ha aperto un’inchiesta per chiarire eventuali responsabilità. "Per noi giustizia non è stata fatta", hanno dichiarato i genitori, assistiti dagli avvocati Andrea Aiello e Federico Bianchi.