Ospedale Niguarda, cartello impone a pazienti “esibizione documento valido durante accettazione”, Pd polemico: “Discriminazione incostituzionale”

A sollevare il caso è stato stranamente il Pd, attraverso un’interrogazione in Regione Lombardia firmata dalla consigliera Paola Bocci e dal capogruppo Pierfrancesco Majorino

Si comunica che ai fini della corretta identificazione della persona, i pazienti in fase d'accettazione amministrativa dovranno esibire un documento identificativo in corso di validità […] il rifiuto di esibire un documento di riconoscimento comporta l'intervento delle forze dell'ordine”. È questo il messaggio — chiaro e diretto — affisso al pronto soccorso dell’ospedale Niguarda di Milano. Una misura organizzativa pensata per tutelare il personale sanitario e garantire l’efficienza del servizio, finita però al centro dell’ennesima polemica strumentale del Partito Democratico, che la ha definita “discriminazione incostituzionale”.

Ospedale Niguarda, cartello impone a pazienti “esibizione documento valido durante accettazione”, Pd polemico: “Discriminazione incostituzionale”

A sollevare il caso è stato proprio il Pd, attraverso un’interrogazione in Regione Lombardia firmata dalla consigliera Paola Bocci e dal capogruppo Pierfrancesco Majorino. I due esponenti dem denunciano la presunta “pesante discriminazione del tutto fuori dalla legge e dalla Costituzione” che deriverebbe dalla semplice richiesta di mostrare un documento all’accettazione del pronto soccorso. Una ricostruzione a dir poco forzata, che ignora completamente la necessità — peraltro comune in molte strutture — di identificare correttamente chi accede a un servizio pubblico essenziale.

L’ospedale Niguarda ha smentito ogni intento discriminatorio, spiegando che si tratterebbe di un malinteso: “Il contenuto del cartello non è legato a una discriminazione”. E infatti non si parla di esclusione dalle cure o di divieti, ma di normale buonsenso amministrativo: sapere chi si ha davanti è un’esigenza minima, tanto per chi fornisce assistenza quanto per la sicurezza collettiva.

Il Pd, invece, insiste. Nell’interrogazione si chiede se si tratti di una direttiva regionale e se cartelli simili siano presenti anche in altri ospedali lombardi. I dem vorrebbero che “Regione Lombardia intervenga per la rimozione di cartelli contenenti avvisi illegittimi nei confronti di immigrati irregolari”. 

Bocci e Majorino si appellano all’articolo 32 della Costituzione e a una sentenza della Corte Costituzionale del 2001, sottolineando che “la salute è un diritto dell’individuo” e che “deve essere riconosciuto anche allo straniero, qualunque sia la sua posizione”. Ma questo diritto non viene negato: viene solo chiesto, legittimamente, che l’utente si identifichi.