Garlasco, Ermanno Cappa su Stasi in un’intercettazione del 2007: “Quel cretino lì, se devono incastrarlo lo incastrano”
Il padre delle gemelle Cappa, in un’intercettazione del 2007 dopo la scarcerazione di Stasi, riferì alla figlia Stefania: “Se devono incastrarlo, lo incastrano”
“Quel cretino lì, se devono incastrarlo lo incastrano”. È il 2007 e a pronunciare queste parole è Ermanno Cappa, noto avvocato e zio di Chiara Poggi, parlando con la figlia Stefania all’indomani della scarcerazione di Alberto Stasi. Un’intercettazione tornata oggi sotto i riflettori, mentre si riaprono scenari mai del tutto chiariti sul delitto di Garlasco.
Ermanno Cappa su Stasi in un’intercettazione del 2007: “Quel cretino lì, se devono incastrarlo lo incastrano”
Nell’ambito del nuovo filone d’indagine sul delitto di Garlasco, che vede indagato Andrea Sempio nell’omicidio di Chiara Poggi, dopo Alberto Stasi — unico condannato in via definitiva — tornano alla ribalta 2 nomi da sempre rimasti sullo sfondo: quelli di Stefania e Paola Cappa, le gemelle cugine della vittima. Nessuna delle due risulta indagata, ma la loro figura è riemersa dopo le recenti dichiarazioni del supertestimone della trasmissione Le Iene, delle rivelazioni di Fabrizio Corona e del video inedito in cui Stefania abbraccia Stasi nella caserma dei carabinieri.
A ravvivare l’attenzione mediatica e investigativa sono però ora alcune intercettazioni telefoniche dell’epoca, recuperate dagli inquirenti tra i brogliacci e gli appunti redatti durante la prima fase dell’inchiesta, avviata 18 anni fa. In particolare, quelle tra Stefania Cappa e suo padre Ermanno, noto avvocato, oggi nuovamente oggetto d’analisi. In una di queste, l’uomo — riferendosi ad Alberto Stasi dopo la sua iniziale scarcerazione — dice alla figlia: “Stai tranquilla che l’indagine va avanti come si deve che quel cretino lì se devono incastrarlo lo incastrano”.
Secondo quanto riferito da Repubblica, i Cappa avevano accesso al villino di via Pascoli, luogo dell’omicidio. A dar loro le chiavi sarebbe stato il padre di Chiara, per innaffiare le piante durante l’assenza estiva della famiglia. Le sorelle, infatti, sapevano anche come disattivare l’allarme. Un dettaglio passato all’epoca quasi inosservato, ma che oggi assume un altro peso.
In un'altra intercettazione, Stefania, parlando con la madre, difende con forza la sorella Paola, all’epoca con una gamba ingessata e un tutore, dopo i controlli a casa loro: “Ho detto: potete prendere tutta la mia casa! Le biciclette, le scarpe, tutto! Ma il tutore di una persona malata! Voi mi fate ridere! E loro: ‘Stefania calmati’. No io non mi calmo per un caz…! Gliel'ho detto!”