Bayesian, “affondamento non dovuto da tromba d’aria marina, ma da violente raffiche di vento discendenti chiamate ‘downburst’” – LO STUDIO dell’Università di Bologna
Lo Yacht Perini Navi sarebbe stato colpito da violente raffiche discendenti generate da un temporale. Lo studio è firmato da un team dell’Università di Bologna, CNR-ISAC, ItaliaMeteo, Arpae e PRETEMP
“Non è stata una tromba marina”, come inizialmente ipotizzato, a far affondare il superyacht Bayesian al largo di Porticello, in provincia di Palermo, nelle prime ore del 19 agosto 2024. A farlo naufragare è stato invece un “downburst”, un raro e violento fenomeno meteorologico caratterizzato da raffiche di vento discendenti che possono superare i 100 km/h. È questa la conclusione di un’indagine scientifica condotta da un gruppo di ricercatori italiani del Dipartimento di Fisica e Astronomia "Augusto Righi" dell’Università di Bologna.
Bayesian affondato a causa di “downburst, non a causa di tromba d’aria marina” - LO STUDIO dell’Università di Bologna
Il disastro, costato la vita a 7 persone a bordo, rappresenta – escluse le alluvioni – l’evento atmosferico più mortale in Italia dal 1970. Il Bayesian, lungo 56 metri e dotato di un albero di 75 metri (il più alto del mondo), è affondato alle 4:06 del mattino, colpito da una tempesta improvvisa mentre era ancorato nei pressi della costa siciliana.
A firmare lo studio sono scienziati del Dipartimento di Fisica e Astronomia "Augusto Righi" dell’Università di Bologna, del CNR-ISAC, di Agenzia ItaliaMeteo, Arpae Emilia-Romagna e del gruppo PRETEMP. In assenza di dati radar disponibili per quella notte, i ricercatori si sono affidati a immagini satellitari, dati delle stazioni meteorologiche e video amatoriali pubblicati in rete.
“Dalle nostre analisi – spiega Francesco De Martin, dottorando e primo autore dello studio – è emerso che lo yacht potrebbe essere stato colpito da un downburst, ovvero raffiche discendenti associate a un temporale. Questi fenomeni sono capaci di colpire con estrema violenza e in modo localizzato, causando gravi danni in pochi minuti”.
Inizialmente, si era parlato di una tromba d'aria marina come possibile causa del disastro. Tuttavia, nessuna immagine o filmato ha mai confermato questa ipotesi, e i ricercatori sottolineano come le condizioni atmosferiche di quella notte – pur favorevoli anche alla formazione di trombe marine – fossero compatibili con lo sviluppo di un downburst.
“Le raffiche riprese nei video erano lineari, non rotanti – precisa Mario Marcello Miglietta, direttore di ricerca del CNR-ISAC – e non vi erano indizi a supporto della presenza di una tromba marina. Il downburst resta l’ipotesi più plausibile”.
Lo studio affronta anche il tema della prevedibilità dell’evento: il giorno precedente, i modelli meteo avevano indicato la possibilità di temporali forti con raffiche di vento sulla costa settentrionale siciliana. La Protezione Civile aveva emesso un’allerta gialla, ma ciò non è bastato ad evitare la tragedia.
“Questo episodio – osserva ancora De Martin – evidenzia da un lato la vulnerabilità dell’Italia a eventi convettivi violenti e, dall’altro, la necessità di potenziare i sistemi di allerta precoce. Anche se non sempre è facile per i cittadini interpretare correttamente le allerte sui temporali, episodi come quello del Bayesian dimostrano quanto sia fondamentale non sottovalutarle”.
I ricercatori concludono con un appello alle istituzioni: per rendere davvero efficace la prevenzione, è necessario investire non solo nel miglioramento dei modelli previsionali, ma anche nella comunicazione dei rischi meteorologici. Solo così si potrà evitare che eventi tragici come quello del Bayesian si ripetano.