Garlasco, avvocato di Sempio Massimo Lovati: “Nordio ha ragione, Stasi è innocente, movente va cercato altrove, forse in ambienti oscuri”
L’avvocato, che ha sempre sostenuto l’estraneità di Stasi ai fatti, punta il dito contro possibili ambienti deviati
L’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, si schiera apertamente a favore di Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi dopo 2 iniziali assoluzioni, e rilancia: “ Nordio ha ragione, Stasi è innocente. E il movente va cercato altrove, forse in ambienti oscuri”.
Avvocato di Andrea Sempio Massimo Lovati: “Nordio ha ragione, Stasi è innocente, movente va cercato in ambienti oscuri”
Massimo Lovati, uno dei legali di Sempio – oggi indagato nella riapertura dell’inchiesta da parte della Procura di Pavia – sostiene con forza la posizione espressa dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha definito “irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna senza rifare l’intero processo”. “Condivido le parole del ministro Nordio – ribadisce il penalista – non è logico arrivare a una condanna dopo una o due assoluzioni senza rifare l’intero processo”.
L’avvocato, che ha sempre sostenuto l’estraneità di Stasi ai fatti, punta il dito contro possibili ambienti deviati: “Il vero movente? Forse va cercato in una organizzazione criminale coinvolta in reati sessuali e pedofilia”.
Durissimo il suo giudizio sull’indagine in corso: “Sempio è stato coinvolto senza un motivo chiaro. Forse col tempo si capirà perché. Ma al momento sembra solo una costruzione fatta per la tv, senza basi concrete. Le rivelazioni si sgonfiano come bolle di sapone. Tutta acqua fresca”.
Intanto, la difesa di Sempio – affidata anche all’avvocata Angela Taccia – prepara una controperizia sull’impronta digitale trovata vicino al corpo di Chiara Poggi, la cosiddetta “papillare 33”, che gli esperti della Procura hanno attribuito al palmo destro di Sempio sulla base di 15 minuzie dattiloscopiche. Ma c’è un nuovo giallo: il campione di intonaco su cui fu rilevata l’impronta potrebbe essere sparito dagli archivi.
Secondo la relazione dei Ris per la Procura, 8 impronte utili sono state isolate tra le 78 rilevate. Tra queste, oltre a quella ricondotta a Sempio, un’altra è stata attribuita ad Alberto Stasi, trovata su una scatola delle pizze consumate con Chiara la sera prima dell’omicidio. Altre tracce appartengono a un falegname che lavorava in casa. Ma 11 impronte restano senza identità: tra queste, la numero 10, potenzialmente lasciata dall’assassino durante la fuga. I Ris escludono che appartenga a Sempio, Stasi o ad altri finora coinvolti.
La difesa ora potrà controanalizzare tutte le impronte e, se necessario, chiedere una perizia terza davanti al giudice.