Milano, merceria Tuttomoda come Taverna Santa Chiara a Napoli, il cartello in ebraico: "Gli israeliani sionisti non sono i benvenuti"
Il cartello è apparso nella merceria al civico 18 di via Statuto a Milano, in pieno centro
"Gli israeliani sionisti non sono i benvenuti qui". Questo recita il cartello appeso sulla porta della merceria Tuttomoda, situata in via Statuto 18 a Milano, in zona Moscova, pieno centro. Nella vetrina del negozio, oltre al cartello contro i sionisti scritto in ebraico, è presente anche un altro pezzo di carta rappresentante al centro di due razzi stilizzati con le bandiere dello Stato di Israele e della Palestina, con in mezzo la scritta "Stop war". La merceria Tuttomoda dichiara in maniera esplicita il suo sostegno al popolo palestinese e la condanna del sionismo, come aveva fatto di recente anche la Taverna Santa Chiara di Napoli. In entrambi i casi le manifestazioni di sostegno e le polemiche non sono mancate.
Milano, merceria Tuttomoda come Taverna Santa Chiara a Napoli, il cartello in ebraico: "Gli israeliani sionisti non sono i benvenuti"
Nel caso del ristorante di Napoli, le espressioni di sostegno erano state plateali, con una manifestazione a supporto della proprietaria del locale in piazza del Municipio. Nel caso della merceria Tuttomoda, sui social sono moltissimi i commenti a sostegno, che recitano messaggi di pace e che auspicano alla fine del genocidio a Gaza: "Stop alla guerra di Israele", "Free Palestine", "Antisionismo non è antisemitismo" e molti altri.
Ovviamente anche le polemiche non son mancate. Roberto Della Rocca, membro della Camera di commercio israelo-italiana si è espresso contro il cartello affisso sulla porta del locale: “Il padrone del negozio ha aggiunto un piccolo cartello stampato e, memore di quello che è successo a Napoli, ha voluto essere più scaltro e machiavellico, per non dare nell'occhio. Io sono israeliano, io sono sionista (movimento di autodeterminazione di un popolo oppresso, discriminato, odiato, deportato, sterminato. Movimento che si rifà, tra l'altro, a quello risorgimentale italiano), quindi non posso entrare? Perchè? Cosa ho fatto? Faccio parte di questo governo? No. Ho ucciso bambini? No. Abito in una colonia? No. E allora?”.