Garlasco, oggi incidente probatorio sul Dna sotto le unghie di Chiara Poggi; l'sms di Paola Cappa: "Abbiamo incastrato Stasi"
Oggi il Dna di Andrea Sempio verrà comparato con quello ritrovato sotto le unghie di Chiara Poggi; il messaggio della cugina della vittima ad un amico è stato messo agli atti
Giornata cruciale per la possibile riapertura del caso sul delitto di Garlasco. A poche ore dal ritrovamento di alcuni oggetti nel canale di Tromello – potenzialmente utili alle indagini, ma ancora da verificare – si torna oggi in aula per la seconda volta in pochi giorni. Obiettivo: dare il via libera all’incidente probatorio che, nelle prossime settimane, porterà a nuovi accertamenti sui reperti raccolti nel 2007, molti dei quali già analizzati negli ultimi 18 anni.
In aula sarà comparato il Dna di Andrea Sempio, l'amico del fratello di Chiara Poggi, con quello ritrovato sotto le unghie della vittima. Nello specifico, sarà comparato con i risultati di una perizia genetica condotta nel 2014 sulle unghie e sulle dita della Poggi. Ma non solo: verranno analizzati anche numerosi reperti finora mai esaminati, ritenuti in passato non rilevanti. Tra questi, oggetti di uso quotidiano rinvenuti nella villetta di Garlasco, come un tappetino da bagno, confezioni di tè, yogurt, cereali, biscotti e sacchetti. Le comparazioni riguarderanno non solo Sempio, ma anche le impronte di chiunque frequentasse abitualmente l’abitazione.
Garlasco, oggi incidente probatorio sul Dna sotto le unghie di Chiara Poggi; l'sms di Paola Cappa: "Abbiamo incastrato Stasi"
È stato messo agli atti intanto il messaggio di Paola Cappa, cugina di Chiara mai indagata, inviato ad un amico di Milano nel 2007. "Mi sa che abbiamo incastrato Stasi" recita l'sms, che è stato messo agli atti insieme ad altri 280 messaggi inviati dalle gemelle Cappa.
Al momento non è chiaro a cosa si riferisca esattamente la frase, probabilmente a quanto stava accadendo in quel periodo quando il cerchio degli inquirenti si era stretto intorno all'ex fidanzato di Chiara Alberto Stasi, poi condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio.
Sarebbe stata proprio una delle sorelle Cappa ad essere avvistata da un testimone oculare, il quale ha poi ritrattato ed è stato accusato ed assolto per calunnia, mentre aveva in mano la presunta arma del delitto (un martello a coda di rondine) che poi sarebbe stata gettata nel canale di Tromello.