Morta dopo vaccino Astrazeneca, i familiari di Camilla Canepa chiedono giustizia, "si poteva salvare"

Il legale della famiglia della studentessa deceduta dopo la somministrazione del farmaco: "Non aveva patologie pregresse, ma mancavano le conoscenze scientifiche"

In attesa di conoscere la decisione del giudice sul rinvio a giudizio dei 5 medici dell'ospedale di Lavagna, accusati di omicidio colposo per la morte di Camilla Canepa avvenuta dopo il vaccino anti Covid Astrazeneca, l'avvocato Jacopo Macrì, che assiste i parenti della ragazza, chiede giustizia: "Camilla si poteva salvare. I medici dovrebbero andare a processo perché secondo noi a quella data c'erano conoscenze scientifiche tali da imporre un percorso diagnostico e terapeutico diverso da quello che è stato seguito". La studentessa di 18 anni di Sestri Levante era morta a giugno 2021 all'ospedale San Martino di Genova dopo essere stata vaccinata durante un open day. Dall'autopsia era emerso che Camilla "non aveva alcuna patologia pregressa e non aveva preso alcun farmaco". E che la morte per trombosi era "ragionevolmente da riferirsi a un effetto avverso da somministrazione del farmaco anti Covid".