Morte Simonetta Kalfus dopo liposuzione, chirurgo Carlo Bravi già condannato per lesioni colpose dopo lifting al seno eseguito male

Il chirurgo ha alle spalle 2 condanne ed è coinvolto in 5 inchieste per malasanità a seguito di interventi di mastoplastica eseguiti male

Era già stato condannato in precedenza due volte, il chirurgo 73enne Carlo Bravi,ed in totale era finito sotto inchiesta cinque volte. Le accuse sono legate agli interventi di mastoplastica da lui eseguiti, l'ultimo in ordine temporale quello che ha portato poi alla morte di Simonetta Kalfus, 62enne ex dirigente Unicredit.

Morte dopo liposuzione Simonetta Kalfus, chirurgo Carlo Bravi con 2 condanne e 5 inchieste alle spalle

Il chirurgo Carlo Bravi era stato condannato nel 2023 a un anno di reclusione con pena sospesa per "lesioni colpose aggravate" ai danni della "sopravvissuta" all'intervento del 2017 Pamela Maggi. La cliente aveva richiesto una mastopessi ma il chirurgo aveva eseguito una mastoplastica additiva, l'intervento era stato "mal eseguito": il chirurgo aveva reciso il muscolo di Maggi provocando un'emorragia. "Non è mai successo, nell'operazione ho reciso un muscolo", aveva dichiarato nell'occasione -secondo la testimonianza di Maggi, "c’è stata un’emorragia ma nulla di che, è niente tutto a posto, aspettiamo che si riprende dall'anestesia". Il chirurgo non aveva chiamato il 118, si era limitato solo ad accompagnare a casa Maggi somministrandole "acqua e zucchero". Al Policlinico Umberto I, dove poi Maggi è stata trasportata d'urgenza dai familiari, specialisti rilevano che era stato eseguito un intervento più invasivo e costoso rispetto a quello richiesto dalla cliente Pamela Maggi e da lei mai autorizzato.

La condanna dei giudici è arrivata in modo netto: "è graniticamente emersa la sua condotta gravemente colposa", avevano scritto all'epoca. Bravi aveva deformato il seno in modo "grottesco e innaturale", gestito male la fase post-operatoria, prodotto una cartella clinica "assai scarna" e omesso il necessario ricovero della paziente

Un'altra inchiesta nel 2017, pm: "Protesi mammaria infetta e rischi chirurgici aumentati"; nel 2013 Bravi risulta anche "privo di autorizzazioni"

Nello stesso periodo è finito sotto processo per un intervento di mastoplastica e addominoplastica ad una donna in una clinica privata a Roma. In questo caso il pm Vincenzo Barba aveva evidenziato il seguente: "protesi mammaria infetta, addominoplastica con esiti errati, rischio chirurgico aumentato".

La terza inchiesta riguarda l'accusa del pm Eleonora Fini di esercitare senza le autorizzazioni necessarie. Già nel 2013 i carabinieri del NAS avevano messo sotto sequestro lo studio dove Bravi operava per "gravi carenze igieniche", che verranno evidenziate anche nel 2017 dalla "sopravvissuta" Pamela Maggi che aveva parlato di "protesi disposte su semplici scaffali". Inoltre, secondo le indagini, lo studio mancava di personale qualificato e Bravi avrebbe utilizzato il timbro di un altro medico nel fornire una ricetta. Il quarto e penultimo caso è quello relativo ad una condanna a 2 mesi per "lesioni colpose aggravate", dopo intervento di mastoplastica eseguito male. Il legale del chirurgo Bravi, Anna Scifoni, si è limitata a commentare: "I processi si fanno in tribunale".