Neonata rapita a Cosenza, la mancata richiesta di documenti ai rapitori, l'allarme mezz’ora dopo, i posti di blocco ovunque e il ritrovamento nella casa a Rende

I contorni di una vicenda inquietante, quella della piccola Sofia rapita nella clinica Sacro Cuore di Cosenza e portata via da una coppia

Man mano che passano le ore si ricostruiscono i contorni di una vicenda inquietante, vale a dire la neonata rapita a Cosenza. Contorni che aiutano a capire in che modo i due praticamente indisturbati stavano per portare a termine un rapimento in piena regola. I due sono entrati alle 18:09 nella clinica Sacro Cuore di Cosenza: la donna, Rosa Vespa, si è finta una puericultrice, asserendo di dover portare la bimba a fare una visita pediatrica. Nella sala d'attesa c'erano la mamma, Valeria Chiappetta, e le nonne. 

Neonata rapita a Cosenza, la mancata richiesta di documenti ai rapitori, l'allarme mezz’ora dopo, i posti di blocco ovunque e il ritrovamento a Rende

Fingendosi un'infermiera, Rosa Vespa ha detto alla mamma di dover portar via la neonata per delle visite di rito. Tuttavia è questa forse la più grave falla. Come ha spiegato lo stesso direttore della clinica, "l'episodio si è verificato durante l'orario delle visite. I due sono riusciti a entrare dichiarando di essere venuti a trovare dei parenti". Ma nessuno gli ha chiesto i documenti: "In clinica entrano i parenti dei bambini per portare dolci e regali e noi non chiediamo i documenti a tutti. Anzi, spesso veniamo accusati di essere troppo fiscali nei controlli. È stata una giornata difficile, quanto accaduto ci farà ripensare il sistema con cui gestire gli ingressi d'ora in avanti", ha aggiunto.

Vedendo che la finta infermiera non tornava più, è stato dato l'allarme. In quel momento si è capito che si trattava di un rapimento: sul posto sono immediatamente giunte le volanti della Questura e la Squadra mobile, oltre alla polizia scientifica per i rilievi. La donna si sarebbe in seguito spostata con l'autobus con il marito, il senegalese 43enne Acqua Moses. I due hanno anche avuto un litigio nel momento del rapimento, perché l'uomo si è accorto che era una bambina, mentre il piano era quello di prelevare un maschietto.

La 51enne infatti ha finto una gravidanza per nove mesi, postando una settimana prima sui social un post con la foto di un bambino: "Dopo tanta attesa il nostro miracolo è arrivato! Alle ore 20:00 di oggi è nato Ansel. Mamma e Papà ti amano". La coppia era ossessionata dall'avere un figlio.

I posti di blocco a Cosenza ed il ritrovamento a casa dei due

In città sono immediatamente scattati posti di blocco ovunque, finché non è avvenuto il ritrovamento a casa dei due rapitori. A raccontare come è andata è Claudio Sole, poliziotto in servizio presso la Squadra Mobile della Questura di Cosenza, il primo a prendere in braccio la piccola Sofia. 

"Al nostro arrivo nell’appartamento dei rapitori, c’era una festicciola organizzata per il rientro a casa. C’erano degli ospiti all’interno dell’abitazione, era un attimo di convivialità, di festa. Ci è stata indicata una stanza all’interno della quale c’era una culletta, con dentro adagiata la bambina che sonnecchiava. Una cosa organizzata sicuramente con la premeditazione di compiere il gesto".

"I due non hanno opposto resistenza – continua il commissario Sole -, la donna è caduta in un mutismo totale, non ha proferito parola. Gli ospiti erano del tutto ignari, ma ci è sembrato ignaro anche lo stesso coniuge, poi questo è da valutare. Pare che fossero andati anche alla pasticceria affianco per ordinare una torta con il nastro rosa, che poi comunque non è stata commissionata. La donna non era incinta, non ci sono riscontri di nascite o di parti – precisa Sole -. Riconsegnare la bambina alla mamma, vederla sciogliersi completamente, per me che sono un operatore di polizia, è stata un’emozione grande".

La madre: "Siamo morti e risorti"

Felice la mamma della piccola, che su Facebook pubblica una foto della sua bambina con il fratellino e dice: "Mi state scrivendo in migliaia, da ogni parte dell'Italia. Vorrei rispondere singolarmente a tutti ma non riesco. Questa è la nostra famiglia che lunedì sera si stava sgretolando in mille pezzi. Le forze dell'ordine hanno fatto un lavoro eccezionale, mentre io avevo perso le speranze un'intera città, anzi Regione, si è bloccata per cercare la nostra bambina. Non penso che riuscirò mai a superare questa cosa, ma il lieto fine è che mia figlia sta bene. Grazie grazie grazie a tutti vorrei abbracciare ogni singola persona. Una mamma e un papà che sono morti e risorti".