Gli hater contro Cecilia Sala: "Incantatrice di serpenti, implora di tornare ma voleva lasciare marcire i marò in terra straniera"
In carcere le avrebbero tolto gli occhiali, ma alcuni hanno fatto anche notare che “Non esiste una sola foto di lei con gli occhiali. Forse intendeva da sole"
Mentre la giornalista Cecilia Sala è detenuta in Iran nel carcere di Evin in condizioni difficili, senza un letto, con scarsissimo cibo e in una cella illuminata 24 ore su 24, gli hater si sono scatenati in questi giorni contro di lei sui social: al centro anche dei vecchi post sui marò.
Gli insulti personali degli haters non sono mancati sui commenti ad alcuni post, con epiteti come “stro…” e “incantatrice di serpenti”. In carcere le avrebbero tolto gli occhiali, ma alcuni utenti hanno fatto anche notare, con una certa ironia, che “Non esiste una sola foto di lei con gli occhiali. Forse intendeva da sole. Questo si può definire tortura?”, mentre altri hanno commentato con il solito “se l’è cercata”: “Non doveva lavorare in Iran”.
In un suo editoriale su Il Giornale, Vittorio Feltri ha riassunto il suo pensiero sulla condizione attuale di Cecilia Sala: "Rischia di fare una brutta fine", ha concluso Feltri, aggiungendo che quella dell’Iran "è una brutalità che non stupisce". Così come non stupisce la brutalità - in certi casi forse basata su alcune opinioni controverse della stessa Sala, ad esempio sul caso dei marò - che dal web si sta accumulando contro la figura di Cecilia Sala.
Cecilia Sala e i marò, quando lei non voleva che l'Italia li salvasse
Il giornalista Davide Scifo, dal proprio account seguito da circa 39.000 followers, ha scritto su Cecilia Sala: “Ora sta implorando con tutte le sue forze le autorità italiane per riportarla a casa. Ma come, proprio lei che auspicava che le stesse autorità lasciassero i marò a marcire in terra straniera?”.
In un post su X dell'11 marzo 2013, infatti, Cecilia Sala scriveva: "Salvare due persone, giocandosi la propria affidabilità, significa metterne in pericolo di più". Due anni dopo, nel 2015 e sempre sui social, è possibile leggere un suo post in cui difende la possibilità che l'India processi i marò: "Perché l'idea di processare i due responsabili lì dove è stato commesso l'omicidio, dove avevano cittadinanza le vittime e vivono i loro familiari, parrebbe a tutti noi un'idea da terzo mondo incivile", commentava sarcasticamente Sala, lasciando capire che sarebbe stato giusto che i marò fossero processati in India.
In difesa di Cecilia Sala, classe 1995, si tratta di post scritti e pensati da lei quando era appena maggiorenne. E ci si augura che il governo non tenga conto di questa opinione nel riportarla in patria, così come il governo del tempo non tenne conto dell'opinione di Cecilia Sala sui marò.
Gli insulti e le accuse al padre
Un altro esempio dell'odio sui social è nell’account OttolinaTv, che ha pubblicato il curriculum del padre di Sala, Renato, amministratore del Monte Paschi di Siena, definendolo un "galoppino a servizio dell’America". Il post recita: “Per il 2025 auguriamo la liberazione di Cecilia Sala dalle carceri iraniane e, già che ci siamo, anche la liberazione dell’informazione italiana da ogni legame con le oligarchie finanziarie Usa e i loro galoppini italiani che si sono riempiti le tasche svendendo il nostro Paese”.
Proprio da questo post sono scaturiti i commenti degli odiatori del web, che le hanno dato della "Stro..." e della "Incantatrice di serpenti".