Genova, sequestrato il telefonino del portuale che ha investito il collega, indagini su presunte liti

Nuovi accertamenti tecnici saranno affidati alla polizia stradale per ricostruire l'incidente. Il camallo indagato nega i dissidi: "Un colpo di sonno"

Verrà effettuata oggi a mezzogiorno l’autopsia sul corpo di Giovanni Battista Macciò, il portuale investito e ucciso nella notte tra martedì e mercoledì al terminal del Psa di Genova Pra’ dal collega Patrizio Randazzo. La procura ha al momento inscritto nel registro degli indagati sette persone. Oltre a Randazzo, risultano iscritti nel registro anche il console della Culmv Antonio Benvenuti e cinque dipendenti del Psa.  L’ipotesi di reato è per tutti omicidio colposo: oltre alla dinamica dell’investimento la pm Arianna Ciavattini vuole approfondire anche il tema della sicurezza del terminal dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro. Ulteriori accertamenti, oltre a quelli in capo dagli ispettori del lavoro della Asl3, saranno nuovamente affidati alla polizia stradale per un’accurata ricostruzione del sinistro. Proprio la Polstrada aveva eseguito i primi rilievi sul posto attraverso il sistema ‘top-crash’ che rileva in pochi secondi una sorta di planimetria dell’incidente. Per i pm è necessario avere informazioni precise su velocità, traiettoria ed eventuali oscillazioni e frenate del mezzo per vedere se siano compatibili o meno con il colpo di sonno che Randazzo sostiene sia all’origine della tragedia. 

Dopo lo schianto la stradale aveva anche sequestrato e poi restituito i telefoni dell’investitore e del ferito che si trovava alla guida dell’altra ralla e aveva escluso che Randazzo lo stesse utilizzando al momento dell’impatto. Ma sabato la pm ha mandato gli investigatori della stradale a casa del portuale indagato per sequestrargli nuovamente il cellulare. L’obiettivo potrebbe essere quello di capire se dai messaggi trapeli un qualche motivo di dissidio tra lui e il ferito alla guida della ralla. “Noi siamo molto tranquilli – ribadisce il difensore di Randazzo – perché da quel telefono emergerà solo che con il ferito il mio assistito si messaggiava sempre, anche dopo l’incidente perché sono amici”. I dissidi sarebbero emersi ufficiosamente durante l'inciesta, e perlopiù in forma anonima. Randazzo ha sempre escluso qualunque genere di dissidio sostenendo che la tragedia è stata causata da un colpo di sonno dovuto al doppio lavoro che stava facendo in questo periodo “anche a causa di alcune cartelle esattoriali da pagare”.