Corteo pro Palestina a Roma, 8mila persone in piazza, scontri e cariche della polizia, 3 ragazzi feriti

A Roma è allerta massima per il corteo pro Palestina (vietato) di quest'oggi. Un corteo che si preannuncia pacifico e che ricorre due giorni prima dell'anniversario dell'incursione di Hamas ad Israele

È partito alle 14 il corteo pro Palestina a Roma. Circa 8mila manifestanti sono scesi in piazza nella capitale per manifestare (nonostante il divieto) contro il genocidio a Gaza a piazzale Ostiense. 15 mila gli agenti in piazza, protagonisti loro malgrado di scontri e cariche con gli stessi manifestanti. Sono tre i ragazzi feriti.

Corteo pro Palestina a Roma, 8mila persone in piazza, scontri e cariche della polizia, 3 ragazzi feriti

A Roma è allerta massima per il corteo pro Palestina di quest'oggi. Un corteo che si preannuncia pacifico e che ricorre due giorni prima dell'anniversario dell'incursione di Hamas ad Israele. Giorno dal quale è partito tutto.

Una manifestazione "non autorizzata", vietata dal ministro dell'Interno Piantedosi per possibili scontri, anche se sono stati rarissimi i casi in cui un corteo di questo genere sia poi sfociato in violenza. E quando è successo, vedasi Pisa, il tutto è partito dagli agenti. Nonostante ciò, Piantedosi ha dichiarato che la situazione verrà gestita, "con equilibrio dalle nostre forze di polizia, di cui mi fido ciecamente".

Controlli anche nelle stazioni e ai caselli autostradali. Un'iniziativa intrapresa dal neo questore Roberto Massucci, che qualche giorno fa diceva: "Noi abbiamo già iniziato a lavorare sulle informazioni e faremo un tavolo tecnico il 4 ottobre. Ci stiamo organizzando per pianificare servizi specifici a Ostiense e, i controlli, inizieranno fin dai caselli, diventando più stringenti nei luoghi delle iniziative per le quali, lo ricordo, esiste un divieto che va fatto rispettare anche utilizzando il dialogo. Questa è una gestione che inizierà già nelle prossime ore e poi proseguirà anche nelle giornate successive".

Per i manifestanti lo stop è una "decisione politica". "Riteniamo che quella della Questura di Roma sia una decisione politica che nulla ha a che vedere con l'ordine pubblico, ed essendo stata una decisione unilaterale abbiamo deciso di non sottostare a questo diktat e mantenere l'indicazione per il 5 ottobre". Non è escluso possano infiltrarsi antagonisti e anarchici, anche se il corteo dovrebbe essere presenziato dai Giovani palestinesi, i No Tav, i centri sociali e i collettivi studenteschi dei licei romani