Genova, appello degli inquirenti per trovare gli altri ragazzini adescati dal prete, "chi sa deve parlare"

Padre Andrea Melis è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di aver violentato un suo ex chierichetto. Ma sono sette i minori con cui aveva contatti

Non c’era solo quel ragazzino con cui aveva instaurato una vera e propria relazione a sfondo sessuale e i cui genitori, dopo anni di sospetti, hanno deciso di sporgere denuncia. Padre Andrea Melis, il sacerdote arrestato venerdì a Genova per violenza sessuale su minorenne e ora agli arresti domiciliari, si era circondato di altri giovanissimi. Sono almeno sette i nomi che emergono dalle prime testimonianze raccolte dai carabinieri di Genova sotto il comando di Michele La Stella, che hanno portato avanti le indagini per conto del pm Federico Panichi. Sette adolescenti, tra i 14 e 16 anni, compreso quell’ex chierichetto trattato come un fidanzato in cambio di paghette e regali. Fino a poche settimane fa quando l’inchiesta ha interrotto tutti i rapporti.

Secondo i carabinieri c’è il rischio concreto che, oltre a loro, altri minorenni possano essere stati adescati. E che quelle accuse che per il momento restano capi d’imputazione mossi dalla procura – prostituzione minorile e tentata violenza aggravata – possano essere legati ad altri episodi. E quindi l’appello a chiunque possa sapere o sospettare qualcosa, specialmente ai genitori dei ragazzini che frequentavano l’istituto Assarotti, diretto da Padre Andrea Melis, o andavano a messa presso la parrocchia di Sant’Antonio da Padova, a Finale Ligure.  Da quanto emerge dalle carte,  sembra che i genitori di alcune delle giovanissime vittime avessero severamente vietato ai figli di frequentare quell’uomo  “attento che è un pedofilo”, aveva detto una madre a un ragazzo – però solo a maggio 2024, e solo la famiglia del ragazzo che ha subito le peggiori violenze, si era decisa a parlare con le forze dell’ordine. Le altre no. O meglio, non ancora.

Domani, intanto, sarà il giorno dell’interrogatorio di garanzia per Padre Andrea Melis. Difeso dagli avvocati Raffaele Caruso e Raffaella Delfino, sarà chiamato a dare spiegazioni sulle accuse che gli vengono mosse. Il dossier presentato dalla procura alla gip riunisce testimonianze di presunte vittime, alcuni loro genitori, e il materiale sequestrato a casa del prete, a Genova e Savona, durante due perquisizioni.

Gli investigatori hanno recuperato oggetti che poco si addicono alla professione dell’indagato: sex toys e farmaci per la stimolazione sessuale, ma anche scorte di sigarette elettroniche usa e getta  e poi bibite energetiche da offrire ai ragazzi, felpe e tute di marca, ma anche alcuni documenti interessanti, come un foglietto con appuntata la prenotazione di un ristorante a nome dell’adolescente frequentato per quattro anni o l’elenco dei versamenti che, secondo le indagini, sarebbero stati fatti sulla sua carta prepagata. “Cento euro ogni volta che facevamo sesso”, ha raccontato l’adolescente ai carabinieri.