Borzonasca, la Procura rinuncia alla Cassazione per la morte di Roberta Repetto, la rabbia della famiglia

La sorella Rita, dopo la decisione dei pm di non ricorrere contro la sentenza di appello che ha assolto il fondatore del centro Anidra: "Uccisa una seconda volta"

“Hanno ucciso mia sorella ancora una volta”. È durissima Rita Repetto nel commentare la decisione della procura di Genova di non ricorrere in Cassazione contro la sentenza d’appello che ha assolto in secondo grado Paolo Bendinelli , fondatore del Centro Anidra di Borzonasca, e condannato a 1 anno e 4 mesi di reclusione con la condizionale il medico bresciano Paolo Oneda, considerandolo in parte responsabile della morte di Roberta Repetto.

Bendinelli e Oneda erano stati condannati in primo grado con l’accusa di omicidio colposo, entrambi a tre anni e quattro mesi di reclusione con lo sconto di pena dato dall’abbreviato. In appello, lo scorso febbraio, i giudici avevano come detto assolto Bendinelli e ridotto a un anno e quattro mesi con sospensione condizionale la pena per Paolo Oneda. Nelle motivazioni della sentenza i giudici hanno smontato la tesi dell’accusa e quanto da sempre sostenuto dalla famiglia, ovvero che Roberta fosse stata plagiata da Bendinelli eallontanata da affetti e punti di riferimento per fondersi completamente con il mondo e la visione del fondatore del centro e della comunità che lo frequenta.

“Era del resto una donna adulta, pienamente in grado di decidere se consultare o meno dei sanitari in caso di dubbi sulla sua condizione di salute”, scriveva la Corte di appello di Genova, riconoscendo a Oneda la colpa di “avere assecondato la paziente in richieste palesemente contrarie ai propri doveri di medico”, in riferimento al non averla convinta a sottoporsi a esami specifici e cure ospedaliere.