Genova, dopo gli scontri e le coltellate gli ultrà di Genoa e Samp cercano un accordo per fare la pace
Sono i vecchi capi delle gradinate, ultracinquantenni usciti di scena, che stanno provando a far ragionare i supporter più giovani. La tregua al momento sembra reggere
Per bloccare l'escalation di scontri e pestaggi avvenuti a Genova negli ultimi giorni con aggressioni a freddo per strade e nei bar, dove è stato accoltellato un trentenne tifoso rossoblù, i vecchi capi degli ultrà di Genoa e Sampdoria stanno cercando di trovare un accordo per una tregua. Si tratta di esponenti delle gradinate ultracinquantenni che ormai non controllano più i gruppi, ma che in casi come questo possono dire la loro.
E così da circa ventiquattro ore gli episodi violenti sono spariti dai mattinali di polizia e carabinieri. Anche perché la questura ha arrestato sei supporter blucerchiati e presto scatteranno i provvedimenti per i genoani che hanno assaltato la sede degli Ultras Tito Cucchiaroni bruciandola con i fumogeni. Un segnale forte recepito dai tifosi che si sono incontrati e hanno deciso il primo passo: la pausa delle ostilità, in attesa di un percorso graduale che possa portare alla pace. Punti delicati rimangono piazza Alimonda dove gravitano i tifosi genoani del 5R e piazzale Adriatico, a Staglieno, sede degli Utc doriani, domenica sera devastata dai tifosi del Genoa rientrati prima dalla trasferta di Milano per vendicarsi.