Repubblica, Molinari sfiduciato dalla redazione (164 sì, 55 no), il cdr: "Censurato articolo su rapporti Italia-Francia, via 100mila copie di Affari&Finanza"

La protesta è emersa con una mozione approvata dalla larga maggioranza dei cronisti, con 164 sì, 55 no, 35 astenuti: Il futuro alla direzione di Molinari è ora incerto, potrebbe lasciare già nei prossimi mesi per fare l'editorialista dagli USA, mentre si valuta per la successione Mario Orfeo

La redazione di Repubblica ha sfiduciato il direttore Maurizio Molinari e ha dato il via ad uno sciopero delle firme di 24 ore. La protesta è emersa con una mozione approvata dalla larga maggioranza dei cronisti, con 164 sì, 55 no, 35 astenuti. Alla base di questa decisione da parte dei giornalisti del quotidiano fondato da Scalfari vi sono questioni legate alla gestione editoriale e alla presunta censura di un’inchiesta contenuta nell’inserto Affari&Finanza, che ha provocato ritardi nella distribuzione e la ristampa di parti del giornale. Il futuro di Molinari alla guida della storica testata della famglia Agnelli-Elkann è ora incerto: rumors dicono che potrebbe lasciare già nei prossimi mesi e al suo posto potrebbe arrivare come nuovo direttore Mario Orfeo, attuale direttore del Tg3 dal novembre 2021. Oltre al terremoto ai vertici causato dalla mozione di sfiducia, un'ulteriore ipotesi inizia a circolare in questi giorni, ovvero quella di un'eventuale ulteriore allontanamento degli Elkann da Torino con una cessione del gruppo editoriale GEDI: a coordinare l'operazione potrebbe essere Maurizio Scanavino, attuale Ad, uomo di fiudcia della famglia e in pole come nuovo presidente in caso di un addio da parte di John Elkann.

Repubblica, Molinari sfiduciato dalla redazione (164 sì, 55 no)

Molinari sfiduciato, 24 ore di sciopero e la Repubblica nel caos più totale. L’articolo al centro della controversia, che indagava sulle dinamiche economiche italo-francesi, porta la firma di Giovanni Pons. Il titolo originario, “Affari ad alta tensione sull’asse Roma-Parigi”, è stato poi modificato in “Affari ad alta tensione sul fronte Roma-Parigi”. Quello che però è cambiato è il corpo dell'articolo: “I casi Stm, Tim e la fuga di ArcelorMitta dall’Ilva riaccendono le polemiche sul rapporto sbilanciato tra Italia e Francia”, si legge nella prima versione. Nella seconda, invece: “I casi Stm, Tim e la fuga di Arcelor dall’Ilva riaccendono le polemiche. Funzionano quando è il business a guidare”. Nel suo articolo, Pons dava atto della “consapevolezza raggiunta dalla premier Meloni che l’Italia e le aziende italiane sono state trattate negli ultimi vent’anni come terra di conquista“, invitando a “ribilanciare questo rapporto” tra Italia e Francia. Passaggi poi scomparsi nella nuova versione. 

Il comunicato del Cdr di Repubblica

L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica ha approvato a larga maggioranza (164 sì, 55 no, 35 astenuti) una mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari e proclamato per 24 ore uno sciopero delle firme. Uno sciopero proclamato dal Cdr per denunciare la gravità dei fatti che hanno portato alla censura del servizio di apertura di Affari&Finanza nel numero dell’8 aprile.

Il direttore ha la potestà di decidere che cosa venga pubblicato o meno sul giornale che dirige, ma non di intervenire a conclusione di un lavoro di ricerca, di verifica dei fatti e di confronto con le fonti da parte di un collega, soprattutto se concordato con la redazione. In questo modo viene lesa l’autonomia di ogni singolo giornalista di Repubblica e ciò costituisce un precedente che mette in discussione, per il futuro, il valore del nostro lavoro.

Il Cdr considera altrettanto grave che l’intervento abbia portato a bloccare la stampa del giornale, in particolare perché la direzione aveva già dato il via libera alla pubblicazione. È indice di una mancata organizzazione che espone ad arbitrarietà incontrollata il lavoro di tutti. Il Cdr condanna lo spreco di tempo e di risorse per la ristampa di una parte di Affari&Finanza, in un momento in cui la redazione con l’ennesimo piano di prepensionamenti viene chiamata a nuovi sacrifici; segnala come l’accaduto esponga Repubblica in modo negativo di fronte ai suoi interlocutori esterni e di fronte ai lettori, non ultimo il fatto che per alcune ore sono circolate in rete le due aperture di Affari&Finanza, prima e dopo l’intervento della direzione.

Quanto avvenuto è l'ultimo episodio di una serie di errori clamorosi originati dalle scelte della direzione che hanno messo in cattiva luce il lavoro collettivo di Repubblica.
Le giornaliste e i giornalisti di Repubblica ritirano dal giornale e dal sito le proprie firme per 24 ore – firme mortificate dall'intervento della direzione – a tutela della propria dignità professionale e indipendenza.

Per tutti i motivi sopra elencati il Cdr ha messo ai voti in assemblea la sfiducia al direttore Maurizio Molinari.