Report censurato dal Governo? Tutto è possibile nell'era di Shirley "Meloni" Temple, anche mettere qualche bavaglio

Telemeloni, come chiamano ormai in tanti la Rai, sembra abbia deciso di mettere da parte una delle trasmissioni d'inchiesta di punta. Forse chi fa domande e pone dubbi non piace tanto a chi comanda

Come scritto poco sopra, nell'era di quelli che molti chiamano "Telemeloni" tutto è possibile. Al netto del salottino di Bruno Vespa che, da che uomo abbia memoria, non si è mai inimicato un Governo che si dica uno, i programmi di Viale Mazzini sono sotto lo scacco del Governo.

Da Sanremo a Domanica In, tutti in Rai devono dire "signor sì" a Palazzo Chigi, pena il silenzio.

Allora, non c'é da stupirsi se un giornalista d'inchiesta libero e capace come Sigfrido Ranucci, veda il suo Report interrotto per tutto quello che sarà il periodo estivo (in pratica non andranno in onda le classiche repliche) e, tra mille dubbi, non sappia se da settembre tornerà davanti le telecamere, almeno così dicono le voci di corridoio ma c'é poco da crederci.

Certo è che queste ci sembrano le conseguenze più blande per Ranucci, almeno stando a chi sono i nostri governanti. Il conduttore è riuscito nell'ardua impresa di mettersi praticamente tutta la maggioranza contro, non ultimo il membro della Vigilanza Rai, Maurizio Gasparri, che si è fatto immortalare in foto commentandosi da solo e scrivendo "Il senatore Gasparri mentre firma una delle denunce contro Sigfrido Ranucci".

Robe da film dei Vanzina? No, realtà.

Che la Rai non sia mai stata realmente libera, non è certo un segreto. Dalla sua fondazione, in quanto emittente di Stato, ha sempre subito il fiato sul collo della politica e, le rarissime volte che i Dirigenti hanno cercato qualche spiraglio di libertà, le conseguenze non sono state tenere

Però, c'é un però, ai tempi della Prima Repubblica i tre canali ufficiali erano ben distribuiti tra le parti politiche, così da evitare monopoli: Rai 1 era democristiana, Rai 2 socialista e Rai 3 rappresentava la roccaforte comunista. 

Gli schieramenti erano netti, ma almeno c'era un'idea di equilibrio. Ognuno diceva la sua e nessuno prevaricava sull'altro. Finanche le minoranze parlamentari, come MSI e la Lega avevano comunque i loro spazi garantiti, tutto in nome di una pacificazione generale e del pluralismo. 

Oggi, al contrario, quasi come un cadeaux dell'era Berlusconiana, tanta sapienza è un misterioso ricordo e chi siede a Palazzo Chigi decide senza curarsi delle altre forze politiche, lasciando in vigilanza quattro sgabelli di rito alle opposizioni, cosa folle ma possibile che vogliamo anche accettare a denti stretti, ma ci sono dei limiti che non andrebbero mai superati.

Un Governo capace, ragionando in modo astuto, dovrebbe tenersi stretti proprio i programmi che gli vanno contro, o che almeno pongono delle domande, tipo Report, per più ragioni che ridurremmo a due: 1) dimostrare di apprezzare la pluralità; 2) giocare sul vittimismo.

Peccato che questa maggioranza sia completamente avulsa da certe basiche raffinatezze mentali.

Di Aldo Luigi Mancusi