Obbligo vaccino Covid, Tribunale di Pesaro accoglie ricorso di prof 'no vax' sospesa: "Ha diritto alla malattia e 2400€ di spese legali"
Dopo essere stata sospesa dal lavoro di docente per tre mesi, per non essersi vaccinata con il siero accomunato al Covid-19, una donna ha vinto la sua battaglia in Tribunale e ha diritto al risarcimento di alcune somme
Un'insegnante che non si era vaccinata era stata sospesa dal lavoro dal 13 dicembre 2021 al 31 marzo 2022. Nonostante la docente risultasse in malattia, la scuola si era rifiutata di pagarle quanto gli spettava. Il Tribunale di Pesaro ha accettato il suo ricorso, affermando che ha diritto a ricevere pagamenti in merito all'infermità.
Dopo essersi rivolta all'avvocato Pia Perricci, è stato fatto ricorso al giudice del lavoro Maurizio Paganelli, che ha accolto la sua istanza. Il magistrato ha infatti attestato che il periodo di malattia va sempre pagato e va versata anche la retribuzione per le funzioni strumentali che la professoressa aveva avuto. Quest'ultima quindi, non riavrà lo stipendio per quei tre mesi, ma la retribuzione per la malattia sì.
Il Ministero è stato condannato a pagare anche 2400 euro di spese legali.
Obbligo vaccino Covid, Tribunale di Pesaro accoglie ricorso di prof 'no vax' sospesa, ma non è l'unico caso
Negli ultimi mesi ci sono state tantissime altre sentenze in merito ai casi legati all'aver rifiutato il vaccino Covid. Il verdetto riguardo l'insegnante potrebbe naturalmente aprire la strada a ulteriori ordinanze.
Sono molti i docenti che sostengono di essere stati ingiustamente perseguitati dai propri Istituti. Così come tanti altri lavoratori che si sono visti privati del proprio posto e dei propri stipendi. Dopo molta attesa però, le sentenze stanno dando esiti positivi per i protagonisti, riconoscendo illegittime le sospensioni e i licenziamenti.
È del 30 novembre 2023, la notizia legata all'annullamento della sanzione inferta a un'infermiera non vaccinata. Qui, il giudice Susanna Zanda ha disposto un risarcimento danni di ben 70mila euro, considerando la "sospensione discriminatoria", in quanto il famoso vaccino Covid non ha alcun potere di impedire i contagi né tantomeno la malattia. La donna è stata risarcita di danni morali e psichici subiti per ogni giorno di interruzione.