Arenzano, aperto fascicolo per omicidio colposo per la morte del sub, ma prevale la pista del malore improvviso

Giovanni Sclavi aveva 43 anni: è andato in difficoltà quando si trovava a 35 metri di profondità e ha perso l'erogatore. L'autopsia è stata fissata per giovedì pomeriggio

La Capitaneria di porto di Genova ha consegnato al sostituto procuratore Silvia Saracino un’informativa iniziale sull’incidente che domenica mattina è costato la vita a Giovanni Sclavi, il subacqueo di 43 anni di Stradella, in provincia di Pavia, che stava effettuando un’immersione nel fondale dove si trova il relitto della Haven, ad Arenzano. Il pubblico ministero ha aperto un fascicolo per omicidio colposo contro ignoti, ma i primi indagati potrebbero essere iscritti nelle prossime ore per permettere di effettuare ulteriori accertamenti sulla condotta adottata dall’accompagnatore e dalle altre guide del diving, che si trovavano sull’imbarcazione che aveva il compito di sorvegliare lo specchio di mare. Ma soprattutto per poter svolgere l’autopsia, che è stata affidata al medico legale Martina Drommi e si terrà giovedì pomeriggio.Gli inquirenti sono  concentrati su quello che è successo durante l’immersione. Secondo quanto emerso finora dai rilievi della Capitaneria, sia l’accompagnatore dell’escursione sia gli altri membri dell’equipaggio hanno eseguito le procedure previste in caso di emergenza alla lettera. Anzi, l’istruttore, per portare il quarantatreenne in superficie il prima possibile ha saltato alcune tappe di decompressione ed è stato costretto a fermarsi a dodici metri di profondità per non perdere la vita pure lui. Sull’attrezzatura, invece, sembrano non esserci dubbi: risulta essere di proprietà di Sclavi, anche se gli inquirenti su questo punto preferiscono prendere tempo per acquisirne la certezza. Il regolamento del Haven diving center è chiaro, però: ognuno si porta il suo equipaggiamento e lo controlla prima di entrare in acqua. In alcuni casi viene dato a noleggio, ma l’ingegnere di Stradella era un sub con una tale esperienza (brevetto preso nel 2009 a Pavia) che aveva sempre il suo materiale quando andava sott’acqua.L’ipotesi della Procura rimane quella del malore (un arresto cardiocircolatorio). La speranza è che l’autopsia riesca a fare chiarezza, altrimenti saranno i consulenti che verranno nominati nei prossimi giorni dal pubblico ministero a dover stabilire le cause della morte del quarantenne.