Omicidio Erika Preti, la storia della 28enne uccisa con 57 coltellate dal fidanzato Dimitri Fricano dopo una lite per le troppe briciole di pane sul tavolo

Nel giugno del 2017, durante una vacanza in Sardegna, la ragazza era stata assassinata per una banale discussione 


Uccisa con 57 coltellate dopo una lite per le troppe briciole di pane sul tavolo. È la tragica storia di Erika Preti, 28 anni, trucidata dal fidanzato Dimitri Fricano nel giugno nel 2017 in Sardegna. “Abbiamo sperato fino all’ultimo che non fosse lui: per noi Dimitri era come un figlio. Ora vogliamo andare a fondo di questa terribile storia”, avevano spiegato Fabrizio Preti e Tiziana Sulman, i genitori di Erika.

Omicidio Erika Preti, la storia della 28enne uccisa con 57 coltellate dal fidanzato Dimitri Fricano. L’uomo aveva confessato tra le lacrime

Fricano aveva confessato tra le lacrime. Spinto dai suoi genitori nel voler arrivare alla verità, qualunque essa fosse. Aiutato dalla sua psicologa clinica, Daniela Ponzetti, di Ivrea, medico tra i più esperti nelle teorie junghiane. Ascoltato e sostenuto dai suoi avvocati, Alessandra Guarini e Roberto Onida, dall’investigatore privato Nicola Santimone che in 41 giorni non lo ha mai mollato per un secondo. Dimitri era crollato. Il castello di carta costruito su uno sconosciuto che lo avrebbe aggredito e picchiato, la fidanzata trovata in un lago di sangue, era bruciato in un fuoco assassino: “Erika l’ho uccisa io”.

Mobili che cadono, ciocche di capelli sul pavimento ed Erika a terra con la gola squarciata

All’epoca dei fatti Fricano aveva 30 anni e lavorava come commesso in un negozio di scarpe, mentre Erika era impiegata in un centro commerciale. Fidanzati da tempo. Coppia, dicevano tutti, affiatata e mai uno screzio. Quel giorno di giugno erano ospiti di amici. Giornate di sole, vacanze da cartolina. In programma una gita in gommone. Alle 11 Erika aveva scritto un sms alla mamma. “Tutto bene, un saluto baci”. I panini erano pronti. Sul tavolo della cucina, briciole di pane. Dimitri aveva raccontato: “Erika mi rimprovera. Dice che non sono mai capace di tenere in ordine”.
Il giovane era uscito di casa: “Vado a comprare le sigarette”, ma poi era rientrato per andare in bagno. E aveva ritrovato Erika. La discussione era ricominciata. “Urla che sono il solito fannullone. Non è la prima volta. Reagisco. Ci insultiamo”.
Poco meno di un quarto d’ora di lotta che ha dell’incredibile. Mobili che cadono, ciocche di capelli sul pavimento. Erika a terra, la gola squarciata dai fendenti del coltello da cucina ancora sporco di cibo. Dimitri colpito alla testa da un fermacarte in pietra che era su un tavolino. La vacanza, la voglia di costruire un futuro insieme: tutto perduto nel sangue della ragazza.