Milano, con Atm non ti attacchi al tram: 45 minuti alla fermata di Corso Porta Vittoria per un mezzo “in arrivo” che non arriverà mai

Le palette elettroniche indicano che il tram è “in arrivo”, ma una manifestazione programmata da ore blocca il traffico. Morale: il mezzo non si vede. E poi Milano dovrebbe competere con le grandi metropoli europee…

Milano, una sera come le altre. Avete una cena di lavoro e per raggiungere il luogo dell’appuntamento vi affidate ai tram di Atm. Poveri illusi. Sono le 20 e le palette elettroniche della fermata di Corso Porta Vittoria, di fronte ad A2a, dicono che tutti i mezzi sono regolarmente in arrivo, con un’ipotesi di ritardo al centro. Vabbè. Ingannate il tempo guardandovi in giro e giocherellando con lo smartphone, ma passata una quarantina di minuti, dopo aver superato 58 livelli di Candy Crush (record europeo) e dopo aver costruito una fattoria su Farm Ville che rende più di Fico, il tram che dovrebbe provenire in entrambe le direzioni, sia dal Duomo sia da piazza Cinque giornate e dal tribunale (i tram 12, 16, 19 27 e gli autobus 54 e 60, oltre a quello per Linate), non si vede.

Corso Porta Vittoria sembra una strada del far west, deserta e desolata

Corso Porta Vittoria sembra una di quelle strade del far west con le balle di fieno che rotolano nel silenzio e nella desolazione. Dov’è il tram? Non c’è neppure uno sceriffo sulla sedia a dondolo al quale chiedere delucidazioni. Le persone sono tutte lì che aspettano, ma non hanno risposte. Le palette insistono col dire che il tram è “in arrivo”. Non ti resta che attendere, dunque. Ma la speranza si affievolisce col passare interminabile dei minuti. Pare che in zona centro (non si sa dove) sia in corso una manifestazione (non si sa di chi), ma i mezzi, confermano le palette, sono tutti “in arrivo”.

Meno male che Milano dovrebbe competere con le grandi metropoli europee (Sala dixit)

Perché non c’è scritto che il tram è sospeso? Ormai è evidente che non passerà più, anche perché ogni dieci minuti viene effettuato il ricalcolo, ma il tram “in arrivo” non arriva. E tutti sono bloccati lì, come automi, ad aspettare senza uno straccio di comunicazione o di indicazione. Qualcuno cita Un tram chiamato desidero.
In qualunque metropoli del mondo le palette informerebbero se il mezzo è stato sospeso oppure quantificherebbero il ritardo. A Milano no. “Competiamo con le grandi metropoli europee”, va dicendo il sindaco Pd, Beppe Sala. Bè, non certo sul traporto pubblico, che più che a Parigi o a Madrid assomiglia a come quello di una località sperduta dell’India, con treni e bus affollati di persone anche sul tetto (però almeno lì il treno e il bus passano regolarmente).
Tempo dopo si saprà che a bloccare il centro era stata una manifestazione studentesca. Una cosa programmata, dunque. Allora com’è possibile che tutte le palette di via Larga e di Corso Porta Vittoria dicessero che il tram era “in arrivo”? La strada, con tanto di posti di blocco dei vigili, era stata interrotta da ore, con transito vietato. Insomma: il sistema di comunicazione di Atm è andato totalmente in tilt. E per la cronaca, dopo 50 minuti sprecati ad aspettare, in soccorso è arrivato il monopattino, che ha permesso di raggiungere il luogo dell’appuntamento, sì, ma in clamoroso ritardo. Del resto, con Atm (non) ti attacchi al tram.