Milano, 45 minuti di attesa per il 94, un autobus chiamato desiderio. “Tu vuò fa l’ameMilano”, ma i servizi pubblici di Atm sono da terzo mondo
Spesso Milano si erge a capitale europea, ma non ci sono neppure le fermate coi display per sapere quando, tra quanto e se l’autobus passerà
La Milano da bere. La Milano capitale della moda. La Milano fighetta. La Milano - dice qualcuno - capitale europea. Si vede che quel qualcuno non ha mai avuto la sfortuna di usufruire dei mezzi pubblici di Atm della città amministrata dal sindaco Pd, Beppe Sala, quello delle palme e dei banani. Esempio pratico: vuoi prendere un autobus, mettiamo il 94 che fa tutta la circonvallazione, ma mancano le palette elettroniche per capire se passa, se non passa e tra quanto passa, una banalità talmente banale che è presente in tutte le (vere) capitali europee. Quindi sei già spiazzato. Ma tieni duro. Sono le 23,40 e il 94 ti serve per arrivare a casa. In fondo siamo pur sempre nella capitale europea che tutti ci invidiano. Forse.
L’attesa per il 94 è uguale a quella per la promulgazione di una legge in Senato: infinita
Sei in via Senato e già il nome dovrebbe insinuarti qualche dubbio. Infatti il lasso di tempo che serve per approvare una legge in Senato è lo stesso dell’attesa dell’autobus 94. Infinito. Dieci, venti, trenta, quarantacinque minuti. Forse fa prima la legge dell’autobus, che continua a non materializzarsi. Eppure Sala, quello delle palme e dei banani, dallo scorso gennaio ha aumentato il biglietto per i bus da 2 a 2,20 euro. Non solo: dal prossimo ottobre il ticket d’ingresso alla Ztl passerà da 5 a 7,5 euro. L’equazione è semplice: più denaro, più servizi.
Sconsolato e disperato, prendi un monopattino, ma nessuno ti restituirà il tempo perso
Più servizi, sì. Ma il 94 ancora non si vede. È come uno di quegli aerei scomparsi delle serie Netflix: inghiottito da un buco nero, disperso in un’altra dimensione, forse sequestrato dagli alieni. Sconsolato e disperato, prendi un monopattino e arrivi a casa alle 2 di notte, anche perché nelle fermate successive a via Senato (che nel frattempo ha cambiato tre legislature) non c’è alcuna fermata con il display elettronico per sapere se passerà e quando. Ora: chi mi restituirà il tempo perso ad aspettare un autobus che non è mai arrivato? E questa sarebbe la capitale europea? Tu vuò fa l’ameMilano, ma i servizi pubblici di Atm sono da terzo mondo. Del resto, per dirla sempre con Renato Carosone, siamo pur sempre in Italy.