Famiglia travolta e uccisa a Santo Stefano di Cadore, l’ipotesi degli inquirenti: “Investimento volontario”, l'auto viaggiava a 70km/h
L'interrogatorio davanti al Gip previsto per lunedì, la 31enne ora in carcere, rischia fino a 30 anni
Nessun segno di frenata o di sbandata sul rettilineo in cui la 31enne tedesca Angelika Hutter, ha investito e ucciso la famigliola veneta a Santo Stefano di Cadore, con un bimbo di due anni al seguito.
La nuova agghiacciante ipotesi degli investigatori, che hanno accertato, grazie a un video, come l’Audi viaggiasse a 70 chilometri orari, è che la donna abbia investito volontariamente Mariagrazia Zuin, Marco Antonello e il piccolo Mattia di 2 anni, in preda ad una rabbia incontrollata.
Alcuni testimoni infatti, hanno riferito di aver visto la donna litigare furiosamente con un’altra persona, prima di mettersi alla guida dell’auto.
Nessun segno di frenata
I carabinieri, tornati sul luogo dello schianto per ulteriori rilievi, non hanno rilevato segni di frenata o di sbandata, il che sta a significare che Angelika Hutter non ha nemmeno provato a sterzare quando si è trovata le persone davanti, tra cui Mattia, un bimbo di due anni nel passeggino, in quel momento spinto dal suo papà rimasto ucciso nell’impatto.
"E' una tragedia non solo di una famiglia ma di tutta la comunità: ci stringiamo attorno a quella famiglia letteralmente decimata e dall'altro lato chiediamo che ci sia la verità. Delle notizie che abbiamo alcune sono assolutamente inquietanti e quindi confidiamo nella magistratura perché sia chiarita la dinamica e si capisca fino in fondo quale sia stata la motivazione, ovvero la responsabilità di questo incidente" ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia.
Proclamato il lutto cittadino
A Santo Stefano di Cadore è stato proclamato intanto il lutto cittadino e tutti gli eventi e le sagre sono stati annullati.
L’interrogatorio di garanzia davanti al Gip della 31enne tedesca Angelika Hutter si terrà lunedì. La donna si trova attualmente in carcere a Venezia, con l’accusa di omicidio stradale plurimo, reato per cui rischia fino a 30 anni.
Al momento dell’incidente ha dichiarato ai Carabinieri di trovarsi lì per un giro, che però è costato la vita a tre persone, di cui un bimbo molto piccolo.
Da chiarire questi aspetti inquietanti, se la donna sia stata distratta dall’uso del cellulare o se, davvero – come ipotizzano gli inquirenti – si sia scagliata contro la famigliola come se fossero dei birilli umani.