Inchiesta Covid Bergamo, tribunale dei ministri archivia Speranza, Lorenzin e Grillo: erano indagati per il mancato aggiornamento del piano pandemico
Il tribunale dei ministri di Roma qualsiasi responsabilità penale a carico degli ex ministri della Salute. I tre erano indagati per omissione in atti d'ufficio per il mancato aggiornamento del piano pandemico
In merito al filone dell'inchiesta Covid a Bergamo è arrivata l'archiviazione a Roma per gli ex ministri della Salute Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo da parte del tribunale dei ministri. I tre erano indagati per omissione in atti d'ufficio in merito al mancato aggiornamento del piano pandemico. Per Speranza è la seconda archiviazione in pochi giorni dopo quella relativa al filone principale dell'inchiesta a Brescia. L'ex ministro commentando sui social la notizia si dice "soddisfatto".
Inchiesta Covid Bergamo, tribunale dei ministri archivia Speranza, Lorenzin e Grillo
"Anche il tribunale dei ministri di Roma, dopo quello di Brescia, ha archiviato la posizione a mio carico relativamente alla gestione della pandemia". Così Roberto Speranza dopo l'archiviazione di oggi che segue quella del 7 giugno. All'ex ministro, uno dei volti principali della gestione della pandemia veniva inizialmente contestato il fatto di non aver applicato il piano pandemico del 2006, che seppur datato poteva salvare parecchie vite e limitare i danni dell'ondata di Covid, che per prima colpì in Italia ed in particolare nella bergamasca.
Dopo il provvedimento del tribunale dei ministri di Roma viene esclusa qualsiasi responsabilità penale a carico degli ex ministri. Per competenza territoriale, parte dell'inchiesta era stata originariamente trasferita al tribunale di Brescia dove oltre a quella di Speranza era stata archiviata la posizione dell'ex premier Giuseppe Conte, al quale veniva contestato la mancata istituzione di una zona rossa a Nembro e ad Alzano Lombardo. I pm dopo averlo ascoltato sono giunti alla conclusione che era "irragionevole" prendere la stessa scelta adottata a Codogno, in quanto "avrebbe dovuto decidere, circa l'istituzione della zona rossa, proprio il 2 marzo 2020, ossia non appena avuta informazione della situazione dei due comuni".
La reazione di Speranza
Roberto Speranza ha aggiunto sui social: "Sono molto soddisfatto perché mi viene nuovamente riconosciuto di aver difeso la salute degli italiani in un momento terribile e di aver servito il Paese con disciplina e onore come chiede la nostra Costituzione. Grazie ancora a tutte le persone che mi sono state vicine".