Matteo Messina Denaro, pizzino ritrovato in casa della sorella: "Se non ce la faccio con la malattia mi uccido"
Il boss mafioso aveva intenzione di levarsi la vita pur di non morire di tumore o di essere catturato dallo Stato. Il messaggio è stato trovato nella casa della sorella Rosalia arrestata lo scorso 3 marzo
Ennesimo colpo di scena nella vicenda Matteo Messina Denaro. Il boss mafioso, poco prima di essere arrestato dopo 30 anni di latitanza, aveva confidato con un pizzino alla sorella Rosalia la volontà di togliersi la vita se non fosse riuscito a guarire dalla malattia. Il messaggio è stato ritrovato nella gamba di una sedia nella casa di quest'ultima, arrestata lo scorso 3 marzo a Castelvetrano.
Il contenuto del pizzino
"Non morirò di tumore, appena non ce la faccio più mi ucciderò a casa e mi troverai tu. Ti dirò quando arriverà il momento", scriveva Denaro. La lettera, tra le migliaia ritrovate nell'appartamento di Campobello di Mazara dai Ros, non era altro che un'ultima grande sfida allo Stato. Il boss latitante si sarebbe ucciso nel suo appartamento usando la Smith&Wesson trovata nel covo a Campobello di Mazara.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti e degli investigatori proprio la sorella era stata scelta come esecutore testamentario. Questa avrebbe dovuto occultare tutti i segreti che il fratello defunto aveva scritto in alcuni pizzini ritrovati poi in casa sua dopo l’arresto.
Nel frattempo nel carcere dell'Aquila, dove è attualmente detenuto l'ex boss, sono stati organizzati dei piantonamenti proprio in seguito a questa scoperta. L'intento della struttura, che era stata scelta anche per la presenza di un buon reparto di oncologia, è chiaramente quello di prevenire il suicidio del boss di Cosa Nostra.
Le connessioni con la morte del padre
La morte progettata dal padrino presentava numerosi punti di contatto con quella del padre, Francesco Messina Denaro, che venne ritrovato il 30 novembre 1998 morto in giacca e cravatta nella campagna di Mazara da Polizia e Carabinieri. Si trattava di un’ultima occasione per sfuggire allo Stato, che però ha battuto sul tempo il boss di Castelvetrano arrestandolo lo scorso 16 gennaio nei pressi di una clinica di Palermo.