Inchiesta Covid Bergamo, Speranza comanda, Brusaferro esegue: scuole chiuse e funerali vietati senza accordo Cts
Non era il presidente dell'ISS a guidare il ministro, ma viceversa: emergono le conversazioni in cui Speranza detta anche l'ordine del giorno
Si scoprono gli altarini di Speranza e Brusaferro nell'ambito dell'inchiesta sul Covid della Procura di Bergamo. Il ministro ordinava e il presidente dell'ISS obbediva: questo era l'andazzo della gestione della pandemia.
Speranza, Brusaferro e la conduzione politica della pandemia
Durante tutta la gestione pandemica, il messaggio teletrasmesso recitava che era la scienza e il parere degli esperti a guidare le decisioni politiche. Ora, però, continuano ad emergere i dettagli del rapporto fra Roberto Speranza e Silvio Brusaferro che rivelano come, in realtà, la catena di comando girava all'incontrario.
Si è già scoperto come sia stato il ministro della Salute, che si potrebbe anche ribattezzare ministro della Paura, a "suggerire" a Brusaferro di mostrare solo i dati meno favorevoli in conferenza stampa al solo fine di mantenere le misure restrittive. Il ministro non voleva proprio dare agli italiano "delle aspettative positive".
La serie di decisioni politiche piovute dall'alto, però, non si ferma. È uscito anche che era Speranza a voler chiudere le scuole, nonostante il parere degli esperti fosse meno certo. Ecco la conversazione: "Per chiusura scuola Cts critico". Risposta del ministro: "Così ci mandate a sbattere. Non si può dare un segnale d’incertezza, altrimenti si perde ogni credibilità". E le scuole sbarrarono le porte.
Stessa identica situazione per il divieto di svolgere i funerali. Per Speranza le esequie "sono pericolosissime". Il Comitato, però, non è così convinto che simili situazioni possano arrecare qualche danno sostanziale. In qualsiasi caso i servizi funebri pubblici vennero stoppati.
Ma c'è altro, come se non bastasse questo. Non era il presidente dell'ISS a dettare l'ordine del giorno del Cts, ma il ministro della Salute. Si leggono frasi come "vuoi metterlo già domani all’ordine del giorno?", come se l'alunno dovesse confrontarsi con il professore.