41-bis, gli anarchici non cedono sul caso Cospito: "A fianco di Alfredo, a fianco di chi lotta"

Dopo le mobilitazioni di Milano, Roma e Bologna, viene messo in rete il testo del volantino anarchico diffuso durante il corteo del capoluogo emiliano. "Non faremo nessun passo indietro nella lotta contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo e contro il carcere tutto".

“No 41 bis. Come l’Iran e l’Egitto anche l’Italia tortura e condanna a morte” è il grido di quanti hanno preso parte al corteo di venerdì pomeriggio a Bologna, prima sotto la sede del Provveditorato Regionale dell’amministrazione Penitenziaria e poi lungo tutta via del Pratello. Sono decine, in queste ore, le manifestazioni di sostegno alla campagna contro il 41-bis portata avanti da Alfredo Cospito nel carcere milanese di Opera, campagna che tocca oggi i 109 giorni di sciopero della fame. "Alfredo è il primo anarchico in 41 bis, e sappiamo che è lì non per i reati a lui contestati, ma per la pericolosità delle sue idee e dei suoi legami con anarchiche e anarchici che continuano a lottare fuori dal carcere" si legge sui volantini che circolavano venerdì nel capoluogo emiliano-romagnolo, il cui testo è stato diffuso in rete e rivendicato da gruppi anarchici sparsi in tutta la penisolaChe si dicono pronti alla resistenza a oltranza contro "le minacce di uno Stato che trema di fronte alla lucidità e determinazione di un anarchico sostenuto dalla sincera e attiva solidarietà dei suoi compagni", uno Stato che contestano come una forma di "potere retta sulla violenza istituzionalizzata e sulla vendetta".

41-bis, gli anarchici non cedono sul caso Cospito

Parole che preoccupano, nonostante le stime fissino a circa duecento il numero di anarchici attivi in Italia, molti dei quali presenti ai presidi organizzati in alcune tra le più importanti città italiane, da Roma e Milano. Proprio nella capitale sono stati fermati tre individui con l'accusa di violenza, resistenza aggravata a pubblico ufficiale e travisamento in occasione dei disordini di sabato pomeriggio.
La maggioranza degli italiani, tuttavia, mostra di avere un'idea del tutto diversa riguardo all'istituto del 41-bis, come riporta un sondaggio curato da Euromedia Research e pubblicato sul quotidiano La Stampa: solo il 6,3% degli intervistati è infatti favorevole all'abolizione del cosiddetto carcere duro, contro un 26,4% che addirittura vorrebbe vedere la pena inasprita ed estesa anche ad altri reati.