Sissa Trecasali (Parma), dove l’autostrada Tirreno-Brennero finisce in un campo
Il tratto, dopo anni di ritardi, dovrebbe essere completato e inaugurato dal governo entro ottobre, ma per ora l’autostrada sfocia in una distesa di erba verde. Costo: 2 miliardi e 700 mila euro
Siete lì che guidate. Bei tranquilli. Percorrete l’autostrada Tirreno-Brennero a velocità di crociera. Attorno a voi, la campagna. Davanti a voi, un campo. Frenate. Perché il tratto stradale termina così. In una distesa di erba verde. Sissa Trecasali, provincia di Parma: lì è stata costruita quella che i residenti della zona chiamano “l’autostrada più inutile d’Italia”.
Sissa Trecasali (Parma), dove l’autostrada Tirreno-Brennero finisce in un campo
L’autostrada A15 della Cisa, che dal 1975 termina a Parma, sarà presto ribattezzata La Spezia-Sissa Trecasali. È la prima infrastruttura che il prossimo governo dovrebbe inaugurare. Costo: 513 milioni. Tempi di realizzazione: 23 anni dalla prima convenzione approvata con decreto interministeriale nel 1999 a fine 2022. Dallo svincolo dell’autosole alla frazione di Ronco Campo Canneto, tutti in Emilia, è lunga appena 12 chilometri. In totale fanno 42 milioni 750 mila euro a chilometro, per una velocità media di avanzamento di 521 metri l’anno. Per finire dritti in un campo. Una volta completata, la nuova infrastruttura dovrebbe sottrarre traffico pesante all’A1 per convogliarlo a Nogarole Rocca, in provincia di Verona, sulla stessa Autobrennero in arrivo da Modena. Solo che il paese veneto è a 72 chilometri. E a questo ritmo ci vorranno altri 138 anni per raggiungerlo. Altroché risorse immediate del Pnrr.
Sissa Trecasali (Parma), dove l’autostrada Tirreno-Brennero finisce in un campo
Certo: Salt (Società autostrada ligure Toscana), che ha finanziato l'opera con i pedaggi in cambio della concessione da parte dello Stato, e l’impresa di Parma, Pizzarotti spa, che si è aggiudicata l’appalto, hanno avuto i loro problemi: i ritardi provocati dalla pandemia, la scarsità dei materiali di costruzione subito dopo il lockdown, l’aumento dei prezzi e le piene del fiume Taro. All’apertura del cantiere, il 26 settembre 2016 ,dopo 17 anni di carte, cavilli e burocrazia (siamo pur sempre in Italia), era prevista la consegna a febbraio del 2020. Lo scorso maggio il termine dei lavori è stato ulteriormente prorogato al 31 ottobre 2022. I tempi così dilatati e le varianti al progetto hanno ovviamente provocato un aumento dei costi: dal miliardo e 267 milioni iniziali per tutta la tratta sino alla provincia di Verona si è arrivati alla previsione di due miliardi e 730 milioni, come riporta il Sistema informativo legge opere strategiche della Camera dei deputati. “La Regione Emilia Romagna, a parole, sostiene di voler investire principalmente sul trasporto via ferro ma, sinora, non ci sono ancora stati stralci di strade progettate negli anni Settanta”, ha spiegato nel 2013 l’allora presidente di Legambiente Parma, Francesco Dradi. “Oggi realizzare una nuova autostrada al Nord non ha senso”. Nove anni dopo, la situazione sembra più o meno la stessa. Almeno che non abbia senso un’autostrada che finisce in un campo.