Marmolada, la tragedia poteva essere evitata? Il drammatico sospetto

La Procura di Trento ha aperto un fascicolo: il crollo della Marmolada poteva essere evitato?

Continuano le ricerche per gli alpinisti dispersi dopo il crollo del ghiacciaio sulla Marmolada e la domanda che, a pochi giorni di distanza, si fanno tutti è una sola: la tragedia poteva essere evitata? Ecco che spunta un drammatico e terribile sospetto. Tra le 13 e le 14 di domenica 3 luglio 2022 dalla cima della montagna sono venuti giù svariati metri cubi di neve, acqua e ghiaccio. Sono bastati pochi secondi per far accadere un disastro. Ma tale disastro poteva essere evitato? 

Marmolada, la tragedia poteva essere evitata? Il drammatico sospetto

La tragedia sulla Marmolada ha coinvolto circa una trentina di persone, anzi 28 per la precisione. Il ghiacciaio si è staccato ed è rotolato verso il basso, dove un gruppo di alpinisti - italiani e non - stavano svolgendo un'escursione. Con il crollo è cambiata per sempre la geomorfologia del luogo. Un disastro, quello della Marmolada, che però secondo molti poteva essere evitato. 

Ad avere questo terribile sospetto sono anche gli esperti della procura di Trento, i quali hanno aperto un'indagine - che verrà approfondita nei prossimi giorni e nelle prossime settimane - per cercare di capire se questo disastro avrebbe potuto anche non verificarsi. Per il momento dunque, è presto per rispondere a questa domanda. Solo ricerche e analisi più dettagliate e precise potranno far luce sul terribile accaduto.

Gli ambientalisti però, dall'altra parte, non possono fare a meno di notare che i due mesi scorsi - maggio e giugno - sono stati caratterizzati da temperature record in Italia. Proprio a giugno, per ben 25 giorni lo zero termico in Marmolada è stato oltre quota tremila. Per sette volte la temperatura, ai 3343 metri di Punta Penia, ha superato i 10 gradi. Il 20 giugno si sono toccati 13 gradi in vetta: quando si è verificato il disastro, domenica, i gradi erano 10,7. Cosa vuol dire ciò?

Vuol dire che, nel giro di qualche settimana, sotto il ghiacciaio crollato il 3 luglio si era creato un accumulo immenso di acqua. A causa del caldo e della siccità, il processo sembrava essere in parte già visibile. In ogni caso, a fare maggior chiarezza sarà la Procura di Trento, che in particolare si focalizzerà su una domanda: quella triste domenica di luglio, si sarebbe potuta, o dovuta, diramare una qualche allerta meteo per mettere in guardia gli alpinisti?